Quando Cleopa e compagno riconoscono nel pellegrino, che a loro si accompagna, Gesù risorto? Se è vero che "i loro occhi si aprirono" in casa al momento della frazione del pane, è altrettanto innegabile che il loro cuore, la loro capacità intellettiva, si era già attivata durante il colloquio con lui, lungo la strada. Già nel dialogo col maestro, alla luce delle Scritture da lui interpretate, essi comprendono che i tragici eventi occorsigli a Gerusalemme hanno un posto nel piano salvifico di Dio. In fondo il segno, il gesto della fractio panis ri-svelerà quello che il Risorto aveva già rivelato loro lungo la via per Emmaus. Alla luce di quest'intuizione, il testo si prefigge di mostrare che il processo d'identificazione dei due discepoli di Emmaus è stato anzitutto di tipo ermeneutico-biblico. I loro occhi erano impediti a riconoscere il Risorto per la loro incapacità a interpretare la storia del loro maestro come compimento di "Mosè e dei Profeti" (Lc 13,25-27). In questo senso è interessante cogliere il rapporto tra il momento orale-ermeneutico dei vv. 25-27 e quello gestuale del pane spezzato al v. 30. Grazie all'analisi letteraria ed esegetica e al conseguente commento teologico-spirituale, l'autore invita il lettore a partecipare al "viaggio del cuore" dei due discepoli per riconoscere il Risorto nelle Scritture e nella frazione ecclesiale del pane.
Il testo di Rm 12,1-2, nonostante si trovi all'inizio della parte esortativa della Lettera ai Romani, non contiene suggerimenti etici concreti, quanto, piuttosto, l'esortazione generale ad offrire il proprio corpo a Dio come "culto spirituale". Dopo aver presentato, attraverso un sintetico status quaestionis, le diverse interpretazioni che si sono avute nel corso della storia, l'autore, attraverso l'approccio letterario e retorico, inserisce la pericope all'interno della Lettera, proponendo una sua ipotesi di strutturazione di quest'ultima. Successivamente conduce un'attenta analisi filologico-esegetica della pericope, dialogando con i diversi autori, antichi e moderni, che l'hanno commentata. In questo modo egli può, infine, proporre ai lettori il senso teologico profondo dell'esortazione paolina ad offrire la propria esistenza a Dio, senza lasciarsi conformare agli "schemi" dominanti nella cultura di ogni tempo, ma lasciandosi rinnovare nella sua mente, per essere in grado di cogliere nella vita la volontà di Dio, che chiama a realizzare il "bene" a Dio gradito ed espressione perfetta di tutta la vita cristiana.
Si tratta del manoscritto con la traduzione del Libro etiopico dei Giubilei e degli Oracoli Sibillini. Nel plico originale del Libro dei Giubilei, la traduzione del testo comincia dal Prologo e riguarda Giubilei 1,1–21,26; l´interruzione a questo punto non dipende da nessun particolare disegno dell´autore, il quale invece aveva sospeso a questo punto il proprio lavoro, ripromettendosi di proseguirlo in un altro momento; segue distintamente una parte dedicata alla critica testuale con i raffronti alla tradizione manoscritta e alle edizioni critiche, documentate fino a prima dell´edizione del materiale ritrovato a Qumran; a parte sono segnalate le intertestualità con la letteratura biblica, parabiblica e rabbinica. Nell´edizione postuma qui pubblicata, è premessa un´introduzione, che tiene conto di osservazioni già proposte da M. Erbetta, ma che guarda anche ad alcune principali edizioni critiche successive, a quelle uscite all´epoca in cui l´autore aveva iniziato il suo lavoro: di scuola francese, americana e relative al materiale qumranico; alla traduzione è posto in nota il materiale di critica testuale e dei passi paralleli. La stessa struttura editoriale è stata seguita per il terzo libro degli Oracoli Sibillini (la sibilla giudaica), che l´autore ha tradotto con stile poetico, ma fedele all´edizione critica seguita per il testo originale greco; in questo caso, il materiale di critica testuale è più circoscritto, mentre abbastanza ricco è quello delle intertestualità; l´introduzione, aggiornata con alcune principali edizioni critiche uscite successivamente, tiene conto anche delle osservazioni già fatte in proposito dall´autore.