Questo volume, partendo dall'interrogativo circa il rapporto di continuità e discontinuità che c'è tra il martirio cristiano e l'eroismo civile, illustra la peculiare maniera con cui il beato Pino Puglisi attinse dal messaggio biblico e dal vangelo le ragioni della sua scelta di proclamare i "diritti di Dio", come già il servo di Yhwh e come Gesù stesso. E descrive il suo metodo della "tenerezza" quale "arma impropria" per resistere cristianamente alla mafia, mentre pure propone per la prima volta uno studio accurato dell'interessante progetto pastorale pensato e anzi calibrato appositamente per la parrocchia di Brancaccio dallo stesso don Puglisi, il quale ne aveva disegnato personalmente i contorni e i profili, decidendone le finalità e persino la portata, che nelle sue intenzioni e speranze avrebbe dovuto avere la lunga gittata dei decenni e la forza di cambiare in positivo il volto di quel suo quartiere. Si vuole ricordare, così, in queste pagine, il senso autentico del martirio sperimentato "per il vangelo" da un uomo mite e forte come il beato Pino Puglisi.
Analisi della predicazione e dei predicatori, della loro cultura, del loro influsso sulla popolazione. In un volume a parte i documenti più significativi.
Il periodo studiato va dalla morte del fondatore della Congregazione delle Serve dei Poveri (padre Giacomo Cusmano) alla morte del primo successore (padre Francesco Mammana).