Fondata su un'ampia indagine documentaria, questa biografia ricostruisce il percorso umano e religioso di Marcello Cervini, papa Marcello II nel 1555, nei decenni che fecero da sfondo al dilagare in tutta Europa della Riforma protestante e alla drammatica crisi allora vissuta dalla Chiesa di Roma. Alla corte di Paolo III, di cui fu segretario e consigliere, il Cervini affinò i suoi talenti sul terreno diplomatico, fino a diventare una figura chiave della politica curiale. Destinato a incarichi di altissima responsabilità, fu chiamato a presiedere le prime sessioni del concilio di Trento che, proprio grazie alla sua energica azione, avrebbero sancito la definitiva condanna delle dottrine d'oltralpe. Il cruciale ruolo politico e religioso che egli ebbe nel guidare i lavori dell'assemblea conciliare consente di cogliere i drammatici conflitti che ne percorsero e influenzarono gli esiti, anche alla luce del suo ruolo di fiduciario dei Farnese e di autorevole esponente della congregazione del Sant'Ufficio istituita nel 1542. Questa ricerca rivela la molteplicità di strategie elaborate in quei decenni cruciali da un personaggio la cui elezione papale parve segnare una svolta nella storia della Chiesa di Roma, per confluire poi nel tenace mito agiografico dell'austero riformatore sottratto da una morte subitanea al compito di realizzare l'incisivo rinnovamento delle istituzioni ecclesiastiche lungamente auspicato. Un mito messo in discussione in questo libro, che ricostruisce invece un profilo del Cervini assai più complesso, in grado di racchiudere i molti volti con i quali la storiografia lo ha tradizionalmente presentato.
Chiara Quaranta ha compiuto gli studi a Torino, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell'Europa in età moderna; attualmente svolge attività di ricerca post-dottorato presso l'Università di Torino. Si è occupata di storia della cultura e della vita religiosa italiana del Cinquecento.
La parola che evoca l'inferno e il cielo, il nulla e il tutto, l'orrore della colpa e la speranza della salvezza. E' il compito della predicazione, forma che del Seicento costituisce uno dei più complessi lasciti. E come tale offre un campo ancora molto da esplorare. Lo fa questo libro, nel quale a un grande quadro d'insieme sulle forme e tendenze specifiche della predicazione barocca seguono cinque indagini particolari su aspetti rimasti in ombra: dalla "scuola" dei Canonici regolari lateranensi alla retorica dei "Sermoni divoti" all'oratoria sacra dei gesuiti del Collegio Romano; e su testi poco noti di autori famosi come Emanuele Tesauro e Giacomo Lubrano. Se, come scriveva Bossuet, la predicazione è arte che non finisce mai di sorprendere, il volume - singolare tipo di monografia a più voci - continua a farcene conoscere nodi, aspetti e figure di rilievo.
Maria Luisa Doglio insegna Letteratura italiana nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Torino. Con il Mulino ha pubblicato "L'arte delle lettere. Idea e pratica della scrittura epistolare tra Quattro e Seicento" (2000); nonché, curati insieme a Carlo Delcorno, "Scrittura religiosa. Forme letterarie dal Trecento al Cinquecento" (2003), "Rime sacre dal Petrarca al Tasso" (2005) e "Rime sacre tra Cinquecento e Seicento" (2007). Carlo Delcorno insegna Letteratura italiana nella Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università di Bologna. Fra le sue pubblicazioni, "La tradizione delle 'Vite dei santi padri'" (Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, 2000). Per il Mulino ha curato, insieme a Maria Luisa Doglio, "Scrittura religiosa. Forme letterarie dal Trecento al Cinquecento" (2003), "Rime sacre dal Petrarca al Tasso" (2005) e "Rime sacre tra Cinquecento e Seicento" (2007).
Quali sono stati e sono i rapporti fra Chiesa cattolica e modernità politica, intendendo con tale espressione democrazia, diritti umani, diritti soggettivi dell'individuo? L'argomento è affrontato nella prima parte del volume in un ampio saggio storico di Vincenzo Ferrone, che sostiene che la Chiesa cattolica nel quadro della cultura occidentale avrebbe sempre negato la teoria dei diritti umani elaborata dall'Illuminismo e rifiutato le conseguenze politiche apertesi dalla Rivoluzione francese in poi. Solo con il Concilio Vaticano II la Chiesa cattolica avrebbe assunto un orientamento diverso. Nella seconda parte del volume, studiosi di varia provenienza e diverso orientamento (storici, giuristi, filosofi, teologi) commentano il saggio di Ferrone.