Con straordinaria preveggenza Aurelio Peccei aveva tracciato il cammino da percorrere per coniugare la crescita economica e materiale con le risorse umane e naturali del Pianeta. Questo libro uscito nel 1981, che ancora oggi mantiene inalterata la sua enorme forza visionaria, presenta i problemi politici, energetici, demografici che minacciano di distruggere il Pianeta. È necessaria una vera rivoluzione umana, uno straordinario coraggio per realizzare una collaborazione mondiale basata sull'eguaglianza reciproca tra paesi ricchi e paesi poveri. Quando Peccei scrisse queste pagine pochi gli prestarono ascolto. Oggi la sua strategia globale è l'unica possibilità di salvezza del Pianeta.
La sostenibilità impone un uso equilibrato del suolo per assicurare lavoro e benessere, fornire credito e sicurezza alimentare e ottenere stabilità climatica. È giunto il momento di combattere la povertà puntando su salute e istruzione, un uso sostenibile del suolo, lavoro dignitoso e meno emissioni. Dobbiamo acquisire una coscienza-responsabilità individuale e collettiva capace di tradursi in pratiche eco-solidali. Realizzare una proficua interazione tra uomini e donne che operano sul campo e professionisti e scienziati. Perciò l'analisi delle condizioni necessarie per praticare politiche sostenibili va coniugata con il cambio di mentalità necessario per utilizzare al meglio risorse umane, tecnologie, ricchezze.
Sovrappopolazione, abissali ineguaglianze sociali, devastazione ambientale, distruzione della biodiversità, cambiamento climatico hanno condotto a quello che gli scienziati definiscono il "punto critico planetario". C'è bisogno di un nuovo "illuminismo", di strategie capaci di riprogettare l'economia, implementare politiche a tutela dell'umanità e dell'ambiente e gestire in modo equilibrato le risorse del Pianeta. I massimi esperti di sostenibilità e membri del Club di Roma presentano le sfide che oggi ci attendono: clima, popolazione, agricoltura e alimentazione, commercio internazionale, rivoluzione digitale, fonti energetiche, mercati, istruzione, città e campagne, sistema finanziario, sanità.
Nella "religione" capitalistica il lavoro è soltanto un mezzo per aumentare il consumo idolatrico di beni materiali: noi siamo ridotti a semplici consumatori. Prevale un marketing narrativo che enfatizza il merito e non il bisogno, dove la nuova fede capitalistica enfatizza i "gusti" dei consumatori, inventa una teologia meritocratica che colpevolizza i poveri, cancella la misericordia a vantaggio della meritocrazia. La new age aziendale del terzo millennio ha cancellato la gratuità e la libertà nei rapporti tra lavoratori e imprese. La gratuità si è però diffusa nella società civile, tra le organizzazioni non profit, nell'economia sociale. Bisogna quindi riconfigurare l'economia e il mercato e farne un laboratorio di virtù etiche e civili.