Appena ventiduenne, nel 1886, l'esploratore francese Camille Douls progetta una spedizione solitaria: un viaggio apparentemente impossibile nel Sous e nell'Oued-Noun, regioni che dal versante meridionale dell'Atlante marocchino si perdono nelle sabbie sahariane, conquistate dal sultano del Maghreb e, per suo ordine, precluse ai viaggiatori europei. Per varcare i confini proibiti il giovane avventuriero si spaccia per un mercante algerino e, forte di una buona conoscenza della lingua e dei costumi dell'Islam, si inoltra nel Sahara. Assalito da un piccolo gruppo di mauri, nomadi del deserto noti per la loro ferocia, viene portato nell'accampamento come schiavo dove trascorrerà un'esperienza eccezionale che durerà cinque mesi.
Da una festa patronale all'altra, presentati durante la loro attività professionale ma anche a casa loro, con le loro abitudini e nel loro ambiente, non è soltanto alla musica dei contadini della Sardegna cui veniamo iniziati, ma ai costumi della popolazione di quest'isola che l'autore ha percorso con amore e pazienza. Nella serie di brevi ritratti che ci propone, il suo approccio con i protagonisti dei suoi studi, musicisti o no, prende l'aspetto di un'avventura. Personaggi reali, gli uomini e le donne incontrati dall'autore durante il suo soggiorno sull'Isola sono resi in tutto il loro spessore vitale. I racconti che li riguardano ci informano nella maniera più diretta sul loro carattere e sui tratti dell'ambiente sociale in cui vivono.
Viaggio autobiografico alla ricerca delle proprio origini e di un Paradiso raccontato dal nonno giramondo durante l'infanzia, nell'appartamento di Montparnasse: i Caraibi, Cuba, la Rivoluzione, il mito di Castro, i festeggiamenti per la caduta di Batista... Appena può (in realtà a 48 anni, nel 1995) Orsenna parte per Cuba in compagnia di un fotografo; trova ciò che gli premeva e da questo sfondo emergono la difficile convivenza con l'embargo, i miti dei cubani, la gioia di vivere, nonostante tutto. Il viaggio, raccontato in modo ironico, arriva alla conclusione che l'illusione di Castro di creare un Paradiso è appunto soltanto un'illusione.