I telegrammi di Talat Pasha, l'architetto del Metz Yeghern - il Grande Male -, qui tradotti per la prima volta in lingua italiana, non lasciano dubbi: quello patito dagli armeni fu un genocidio, il primo del XX secolo. Taner Akçam, coraggioso intellettuale e storico turco, rifugiatosi negli Stati Uniti per la sua lotta per la verità, ancora oggi insopportabile per il regime di Ankara, ha lavorato su preziosi ed eloquenti documenti originali inediti, restituendo con precisione al lettore, passo dopo passo, istruzione dopo istruzione, le varie fasi di preparazione, innesco e divampare dello sterminio. Una macchina della morte su ampia scala affidata alla carta e all'inchiostro, intrisa del sangue di oltre 1.500.000 vittime. L'Opera fondamentale di Akçam ci fa entrare nei meandri dell'organizzazione genocidaria e nella logica dei carnefici. Il negazionismo di Stato che cerca di giustificare, ridimensionare o del tutto misconoscere questo immenso buco nero della Storia, su cui affonda la nostra contemporaneità sia in Europa sia nel Medio Oriente, è qui messo definitivamente con le spalle al muro.