L'eucarestia: un paradosso e uno scandalo, ripetutamente evocato nell'Occidente cristiano. Il legame tra il pane dell'eucarestia e la sostanza del corpo di Cristo è un connotato distintivo del mondo cristiano. Per quanto ai culti antichi non fosse estraneo il sacrificio della divinità e i pasti rituali fossero un uso comune, l'eucarestia conserva elementi di radicale irriducibilità ad altri sistemi cultuali e dottrinali. I cristiani furono investiti pressoché subito da accuse di cannibalismo, che si saldarono con imputazioni di infanticidio, incesto e altre immoralità che avevano nella carne il loro denominatore comune. La pratica di "mangiare Dio" scandalizzò molti pagani e continuò a costituire una pietra d'inciampo lungo i due millenni di vita della Chiesa. Messa in discussione da teologi e pensatori medievali, contestata ai tempi della Riforma protestante, l'eucarestia resta un sacramento controverso, difficile da comprendere e, allo stesso tempo, essenziale. Il libro di Al Kalak ripercorre con acutezza le diverse modalità con cui il corpo di Dio entrò nella vita dei credenti, con un'attenzione particolare all'Italia cattolica: una storia in bilico tra spirito e materialità, che non smette di animare il dibattito fino a noi. La pratica di mangiare Dio scandalizzò molti pagani, e i padri della Chiesa - da Tertulliano a Minucio Felice - dovettero ribattere punto su punto per spiegare la natura del pasto eucaristico e la sua diversità rispetto ai culti misterici. Si trattava di un paradosso che, nei ricorsi della storia, sarebbe stato evocato di nuovo, ricomparendo nel pieno della contrapposizione interna alla cristianità ai tempi della Riforma protestante. Sulla spinta della frantumazione religiosa innescata da Lutero, l'Occidente cristiano si trovò diviso sul valore da attribuire al pasto consumato da Cristo prima di morire. Se per i luterani la fisicità del corpo di Gesù, con la sua carne e il suo sangue, rimase in qualche modo un connotato del sacramento, per la maggior parte dei riformati nell'ostia non si poté scorgere nulla di più che una presenza spirituale (e spesso nemmeno quella). Il legame tra il pane dell'eucarestia e la sostanza del corpo di Cristo divenne un connotato distintivo del mondo cattolico. L'intento di questo libro è ripercorrere le diverse modalità con cui il sacramento entrò nella vita dei credenti e nelle dinamiche comunitarie, in una tensione, appunto, tra spirito e materialità. Studiare le diverse declinazioni della prassi e della devozione eucaristica consente infatti di far emergere la pervasività del sacramento rispetto alla società che la Chiesa tentò di plasmare e, allo stesso tempo, di cogliere i problemi che il prodigioso potere della carne e del sangue di Dio creò alle stesse autorità che ne propagavano gli effetti e ne perpetuavano l'esistenza.
Chi fu Egidio Foscarari? Per molti oggi il suo nome è quello di un personaggio minore del Cinquecento religioso. In realtà, le questioni che fu chiamato ad affrontare lo videro impegnato, spesso con ruoli di primo piano, su alcuni dei fronti più caldi del momento. Domenicano e teologo, partecipò ai lavori del Sant'Ufficio per la stesura del primo Indice romano e, negli ultimi anni di vita, fu incaricato di compilare il Catechismo tridentino e di riformare il Breviario e il Messale. Principale collaboratore di Giovanni Morone alla chiusura del concilio di Trento, venne riconosciuto da tutti come uno dei più autorevoli membri dell'assemblea. Quando fu destinato come vescovo alla diocesi di Modena, cercò di riassorbire con mitezza il dissenso religioso spendendosi per una riforma della Chiesa incentrata sul rigore morale e la povertà. Ciò nonostante, l'Inquisizione lo processò e continuò a ritenerlo un pericoloso fiancheggiatore di eretici, di cui bisognava in ogni modo cancellare il ricordo.
Nei decenni centrali del Cinquecento era in corso in tutta Europa una battaglia per il controllo delle coscienze che, con la nascita di varie confessioni, avrebbe ridisegnato il volto della cristianità occidentale. Anche in un territorio come Modena, operosa città dedita ai traffici e alla mercanzia, i colpi di coda di quegli eventi fecero sentire il loro peso. La comunità ereticale, sviluppatasi nel cuore della futura capitale estense, vide commercianti, lanaioli, frati e maestri di scuola farsi promotori di nuove dottrine talvolta pericolosamente vicine al radicalismo di gruppi guardati con crescente sospetto. Il "contagio" non risparmiò nemmeno i più alti ranghi del clero cittadino che, come accadde per vari esponenti del Capitolo della cattedrale, osteggiò l'operato riformatore dei vescovi. Attraverso documenti inediti, quasi un filo rosso sopravvissuto ai secoli, vengono ricostruite le vite di uomini e donne chiamati a rispondere di una fede ripensata, criticata o a volte persino rigettata del tutto.