Fin da piccoli, alcuni ricevono particolari inviti a rifiutare e a trasformare se stessi, cui rispondono accettandoli o ribellandosi. Nel caso dell'accettazione - ad esempio per paura dell'abbandono da parte dei genitori - è facile che simili richieste vengano introiettate e cronicizzate sotto forma di disposizioni interne da realizzare. Anche l'atteggiamento, tipico, di chi eccede nell'agire in maniera ipermatura o in modo oltremisura giudizioso, docile, diligente, servizievole sottende lo sforzo di abdicare a se stessi, ovvero di "trasformarsi" pur di conformarsi alle aspettative, reali o presunte, delle persone significative. Avviati per lo più nell'intento di star bene e di trovare risposte soddisfacenti ai propri bisogni, questi processi, contrassegnati da importanti forme di diniego e di rifiuto di sé, rappresentano pur sempre modi diversi di "seppellirsi" da vivi. Le riflessioni proposte nel volume sono rivolte, innanzitutto, agli insegnanti e a quanti operano a vario titolo come educatori, alle prese con particolari situazioni educative complesse connesse all'agire dell'educando che, a livelli diversi di profondità, di persistenza e di pervasività, sceglie di abnegare e di trasformare se stesso. Le indicazioni proposte intendono potenziare la capacità di cogliere e di gestire i blocchi emotivi interni dell'educando per aiutarlo a liberarsi dagli inganni e imboccare le strade liberanti della rinascita del sé.
Il volume intende aiutare educatori, insegnanti e genitori a comprendere e ad agire adeguatamente dinanzi a situazioni educative complesse (deficit, disabilità, handicap di livello lieve), collocabili nella "zona d'ombra" tra certificabile e non certificabile, per promuovere un agire educativo efficace che consideri i bisogni speciali di tutti gli allievi.
Il presente volume si propone di facilitare il compito del docente di osservare e conoscere i processi di apprendimento dell'alunno. Nella prima parte si spiega come poter costruire una vera e propria "guida di osservazione", mentre nella seconda, dopo aver preso in esame alcune tra le più rilevanti teorie dell'apprendimento scolastico, vengono proposte delle griglie per l'osservazione in classe.
Ignorare il comportamento problematico, sopportarlo in silenzio, criticare aspramente, fare la "predica", punire... ecco alcuni degli atteggiamenti più comuni tenuti da insegnanti ed educatori di fronte al minore irrequieto, disturbante. Strategie in molti casi banali, ripetitive, che si dimostrano il più delle volte inefficaci. Non di rado l'educatore giunge a percepirsi impotente e inutile di fronte al ripetersi delle situazioni. Cosa fare allora? In realtà, il disagio del minore è sempre l'espressione di bisogni sotterranei, inespressi che producono spesso atteggiamenti paradossali: per esempio, mentre vorrebbe affetto, mostra aggressività. Occorre dunque far emergere questi bisogni reali, per poter poi attuare strategie educative efficaci atte a ridurne gli effetti di disagio. Il presente lavoro, oltre a definire un riferimento per l'attività del counseling educativo, ancora poco sviluppata in Italia, intende offrire a tutti gli educatori indicazioni e strumenti concreti sia per la comprensione dei bisogni complessi che sottostanno al disagio manifestato dai minori, sia per l'elaborazione di strategie di intervento efficaci.