L'inconscio freudiano è sede di una logica "illogica" che si manifesta di continuo con innumerevoli sintomi. Riguardo al piacere, questa doppia costruzione, razionale e inconscia, della nostra mente è più che mai evidente. Il piacere è ambiguo, intrinsecamente equivoco. Ne deriva per l'uomo un malessere diffuso, quello stesso malessere che Freud individuò già nel 1929, descrivendolo nel "Disagio della civiltà". Ci sono modi diversi di studiare l'inconscio: quello psicoanalitico, innanzitutto, e quello neuroscientifico, sempre più importante negli ultimi anni. Di rado i due campi si parlano. Qui sta la forza di questo progetto e il successo della cooperazione tra i due autori di questo libro, da tempo impegnati nel dialogo interdisciplinare. Uno psicoanalista e un neuroscienziato, consapevoli dei limiti intrinseci delle rispettive discipline, si mettono a confronto, per trovare nel dialogo tra due tradizioni a lungo separate una spiegazione più comprensiva dell'inconscio e dei meccanismi del piacere, del dispiacere e del desiderio.
Cosa accadrebbe se, secondo quanto gia auspicato da Freud, la psicoanalisi potesse trovare conferma nelle neuroscienze? E se le neuroscienze stesse si avvantaggiassero dal confronto con il modello psicoanalitico? Francois Ansermet e Pierre Magistretti propongono in questo saggio l'incontro originale tra due discipline spesso presentate come antagoniste. E il punto di incontro e rappresentato proprio da quei meccanismi di plasticità neuronale grazie ai quali il cervello rimane aperto al cambiamento e alle trasformazioni portate dall'esperienza. Dall'incontro tra stimoli provenienti dalla realtà esterna e stimoli provenienti dalla realtà interna inconscia nasce la specificità individuale, che rende ogni individuo un essere unico e imprevedibile.