I poli del libro sono la sezione "Quota madre", che ne è baricentro strutturale ed emotivo, e quella eponima, che ne sigla la cadenza d'inganno. Da un lato dunque - dal punto di vista dei "sopravvivi" - una poesia del lutto e dell'assenza dell'Altro (secondo la tradizione "madre", è il caso di dire, della nostra lirica: talché non suonano di maniera certi echi di Montale). Di contro, una poesia dell'assenza - e quasi del lutto - di Sé. Non stupirà, nel drammaturgo e critico teatrale, la frequenza di ambientazioni e metafore prese dalla scena.