Nella più completa tranquillità di una stanza d’albergo in riva al mare, dove sta smaltendo le fatiche della tappa conclusa da poco, il campione precipita nel gorgo delle allucinazioni e del panico. Al doping non c’è rimedio facile. Come vincere questa battaglia? Trionfare grazie al doping può costare moltissimo. L’atleta lo capirà!
Un riflesso della luce narra di un incontro, di quelli che segnano una vita. Lungo un itinerario che tocca varie esperienze di dedizione alla predicazione mistica ma anche fortemente quotidiana del Vangelo, si sviluppa il colloquio unico, intimo e irripetibile di una giovane donna con Gesù. Nel silenzio del proprio io questo colloquio va avanti per anni, non segue una mappa se non quella dei centri di lavoro e ascolto creati tra Milano, Bergamo e la provincia di Vicenza con la formazione a Roana, di quella Comunità san Giovanni Battista che rappresenta oggi il cuore di tutta la storia. Quella di Nirvana Mauri non è una esistenza di sogno, è puntigliosamente messa nero su bianco in alcuni grandi taccuini da cui è stato ricavato questo libro. Riflesso della luce è la cronaca di un dialogo prodigioso. Presentazione di Mons. Tiziano Vanzetto.
"Ci sono dei notturni autunnali in cui Vicenza si traveste davvero da necropoli. Ecco: è lì che Giulio Ardinghi incontra Neri Pozza. In giro non si vede anima viva, ma quella di Neri Pozza lo è. Almeno fino al sorgere dell'alba, poi chissà. C'è dunque tempo per una passeggiata attraverso il centro, durante la quale Ardinghi fa il suo mestiere, quello del giornalista che ha - chissà come - ottenuto licenza d'intervista al caro estinto e figurarsi se Pozza si sottrae, dato che l'argomento è Vicenza. Il tema è concretissimo: qui si soffia su braci appena celate da uno strato di cenere e pronte a riaccendersi in un fuoco crepitante, in violenti sbuffi di faville memorialistiche. Cosa ne viene fuori? Che Neri Pozza è stato uno che suonava la musica giusta nel posto sbagliato. Uno che stampava libri - e che libri mentre i concittadini erano impegnati in tutti gli affari possibili tranne il suo. Eppure lui sapeva - dimostrandolo ampiamente - che di cultura si può vivere. E che senza cultura non vai da nessuna parte. Senza aiuti o soccorsi, combatteva la sua battaglia quotidiana e parlava col resto del mondo." (Dal testo di presentazione di Antonio Stefani)