L'egittologo e storico della cultura Jan Assmann invita il lettore in un viaggio attraverso le concezioni, i simboli, i rituali, le iscrizioni mortuarie dell'antico Egitto. Fu in Egitto infatti che per la prima volta nella storia dell'umanità il fatto terribile della morte divenne degno di interpretazioni e teorie, e fu inserito in una rappresentazione culturale dal significato individuale e sociale.
In quesro saggio l'autore analizza i molti enigmi connessi a Mosè, nella storia, nel culto e nella nostra psiche.
Religio duplex è l'affascinante tesi che Jan Assmann elabora nel tentativo di costruire un'idea di religione, antica e aperta al futuro, segnata da uno sdoppiamento di piani, che percorre - talora come oscuro e misterioso fiume carsico, talora come abbagliante luce razionale - una storia che va dall'antico Egitto all'età dei Lumi, passando per Maimonide, il deismo inglese, fino a Gandhi. «Religione doppia» in quanto, via via, negli stadi del suo sviluppo seguiti nel libro, essoterica ed esoterica, religione del popolo e religione filosofica, teologia politica e naturale, infine, nell'Illuminismo, religione particolare, storica, e religione universale, propria di ogni uomo. Religione a due piani, anche, come ipotesi di lavoro per il nostro mondo globalizzato: religio duplex è, in questo senso, uno studio sulle possibilità di osmosi e di traducibilità che possono essere riattivate tra i monoteismi, il cui orizzonte appare ad Assmann intrascendibile, per quanto riformabile ed emendabile dalla violenza, che - sostiene l'illustre egittologo tedesco - non appartiene alla loro essenza ma alle contaminazioni teologico-politiche che ne insidiano le applicazioni storiche.