Antonio Abate, cristiano, nativo di Alessandria d’Egitto, vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo e morto nel 356, è considerato il padre della vita monastica cristiana. Avendo ascoltato il passo del Vangelo: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi tutto quello che possiedi, dallo ai poveri e vieni, seguimi, e avrai un tesoro nei cieli» (Mt 19,21), Antonio distribuì alla gente del suo villaggio i campi che aveva ereditato dai genitori, e riservò una somma per sua sorella. Ascoltò poi la frase «Non preoccupatevi del domani» (Mt 6,34) e allora donò il denaro che gli restava ai poveri e iniziò a praticare la vita ascetica nel deserto egiziano. Divenne un punto di riferimento per molti altri eremiti che vivevano nella regione, ma anche per i cristiani di Alessandria e del Basso Egitto che andavano a chiedergli consigli. Raccolse intorno a sé molti discepoli. Ma soprattutto la biografia che scrisse Atanasio divenne un manifesto per la vita monastica, un vero best-seller: ogni monastero ne aveva almeno una copia, e venne tradotta velocemente in molte lingue.
È molto venerato come santo, da tutte le confessioni cristiane.
La presente edizione è la prima, in assoluto, edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte.
Atanasio di Alessandria (295 ca. – 373) è padre e dottore della Chiesa, ed è venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa.
Dotato di ottima formazione letteraria e teologica, nel 318 entra nel clero di Alessandria d’Egitto. Con il suo vescovo Alessandro partecipa al Concilio ecumenico di Nicea nel 325. Nel 328 diventa vescovo di Alessandria d’Egitto: è l’inizio del suo lungo episcopato contrassegnato da aspre lotte sulla purezza della fede. Subì l’esilio tre volte. Durante i suoi soggiorni forzati a Treviri e a Roma diffuse l’ideale della vita monastica. Ritornato nella sua sede di Alessandria promosse l’evangelizzazione di molte regioni dell’Egitto e dell’Etiopia.
La Vita di Antonio si presenta come una lettera che Atanasio invia ai monaci d'Occidente perché imitino e diffondano l'ideale monastico così come fu vissuto da Antonio. All'interno del racconto di Atanasio si possono individuare quattro fasi, quattro "fughe" che spinsero Antonio a cercare una solitudine sempre maggiore.
Le Lettere festali di Atanasio derivano dall'usanza dei vescovi di scrivere alle proprie diocesi per annunciare la data della Pasqua e, non di rado, diventavano strumento di catechesi, di esortazione e di notizie sulla situazione religiosa della diocesi stessa, fonte quindi di informazioni sulla vita delle prime comunità cristiane. Le Lettere di Atanasio sono un documento prezioso per ricostruire il suo pensiero teologico, tenendo conto del difficile tempo che la Chiesa egiziana del quarto secolo attraversava. Sono anche un'autorevole fonte di informazioni che aiutano a delineare il ritratto psicologico della personalità di Atanasio, figura di spicco nelle controversie teologiche del suo tempo. Questo volume raccoglie anche l'Indice delle Lettere festali redatto da un anonimo chierico che documenta l'attività della cancelleria episcopale alessandrina e offre ulteriori elementi d'informazione. Le Lettere sono 45; sono giunte a noi in due antiche versioni: siriaca e copta, poiché l'originale greco è andato perduto. Come per tutti i volumi di questa collana, il testo è arricchito da un'introduzione e bibliografia molto documentate e ogni lettera è preceduta da una scheda che ne registra il contesto storico, lo stato di conservazione e soprattutto i temi fondamentali affrontati.
Scritta nel IV secolo da Atanasio, la Vita di Antonio è un best seller della letteratura cristiana, presente in centinaia di codici nelle biblioteche di tutto il mondo. Di Antonio, "il padre dei monaci", conosciamo l'infanzia e la giovinezza, le notti trascorse vegliando e pregando, la predicazione, la fuga verso il deserto, i miracoli compiuti in nome di Dio, le battaglie contro i filosofi e gli eretici? In pochi racconti della letteratura universale troviamo tanta semplicità, tanta tensione drammatica, tanta ingenuità, unite a una sottile sapienza intellettuale, che continuano ad affascinare, oggi come sedici secoli fa, il grande pubblico. Completano la nostra conoscenza di questo padre del deserto i trentotto Detti e le sette Lettere sicuramente autentiche.