L'identità degli abitanti del sito archeologico di Qumran, in cui furono rinvenuti i rotoli del Mar Morto, continua a interessare non solo gli studiosi ma anche il grande pubblico. La ricerca di Silvio Barbaglia, anche attraverso una rilettura originale del Documento di Damasco, sposta il baricentro delle origini della biblioteca di Qumran dalla Giudea all'Egitto, presso Eliopoli, dove sorse e si sviluppò un nuovo centro istituzionale e cultuale degli ebrei, con un proprio tempio legittimo.
Il tema del libro intercetta molteplici discipline teologiche e delle scienze umane e tutte dipendono o si riferiscono a quelle parole apparentemente inequivocabili di Gesù sul matrimonio. Il libro che il lettore si accinge a prendere tra le mani, paradossalmente, sostiene la tesi che proprio quelle parole apparentemente inequivocabili di Gesù sono state equivocate da molto tempo, si badi, non tanto sul loro significato, bensì sulla loro destinazione. Ma ogni parola è dialogica ed efficace se va a segno! E, perché possa andare a segno, è importante non sbagliare il bersaglio, cioè il destinatario. Forse il disagio, non solo attuale ma di sempre, provocato dalle parole di Gesù sul divorzio e sul matrimonio indissolubile non è soltanto dipendente dalla radicalità del suo dire ma, ancor di più, dall'errata destinazione di quelle parole.
Se nell'immaginario comune Gesù condivise il pasto dell'ultima cena con i discepoli, un'analisi accurata dei racconti dei quattro Vangeli lascerebbe intendere che, con tutta probabilità, Gesù si astenne dal mangiare quella stessa sera. Perché? E che senso poteva avere il suo digiuno? Il saggio di Silvio Barbaglia apre orizzonti nuovi su un tema tanto studiato quanto avvolto dal mistero. A partire da un conflitto di datazione apparentemente insanabile: fu una cena pasquale oppure - seguendo la cronologia giovannea - si tenne la sera precedente? L'autore prende posizione sostenendo l'infondatezza del conflitto tra la datazione sinottica e quella giovannea: un "atto di lettura canonico" conduce a un accordo pieno tra i quattro Vangeli e l'ultima cena di Gesù diventa una "cena di digiuno", nella sera di Pasqua, per stare in mezzo ai suoi discepoli come "colui che serve".