L'immagine di un "Dante Theologus" ha spesso posto in ombra il fatto che la teologia di cui si sostanzia la Commedia sia in realtà una fictio letteraria. Il sistema teologico dantesco risponderebbe quindi a una geniale costruzione artistica. Questa è la tesi dell'autrice che, proponendo una lettura deteologizzata della Commedia, mette in luce i meccanismi narrativi, formali ed espressivi che contribuiscono a dare all'opera l'illusione della verità. Teodolinda Barolini, evitando il gioco di specchi della finzione letteraria, esamina le strutture fondamentali della Commedia, scegliendo di illustrare ora alcune tecniche della manipolazione dantesca della narrativa, per creare prospettive dialettiche entro il testo, ora le capacità di coinvolgimento del lettore, ora le modalità di rappresentazione dell'ineffabile. In questa lettura Dante, fabbro, artefice, poeta, è visto come creatore di "realtà virtuali" piuttosto che di armonie fittizie.
Teodolinda Barolini esplora le fonti della cultura italiana attraverso le figure dei suoi poeti lirici e delle "tre corone" Dante, Petrarca e Boccaccio. Un percorso affascinante che tocca alcuni dei temi centrali della nostra storia letteraria: la poesia d'amore e le sue fonti filosofiche e teologiche, il rapporto tra tradizione classica e visione cristiana, il carattere narrativo della Vita nuova, delle liriche petrarchesche e del Decameron, con un interessante excursus sulla storia editoriale delle "Rune" di Dante. L'autrice presenta inoltre uno studio originale sulla presenza femminile nella produzione due-trecentesca, che mostra una tradizione meno nota ma di grande interesse artistico. Muovendosi con precisione e chiarezza, Teodolinda Barolini accompagna i lettori al cospetto dei testi e degli autori - Dante, Petrarca, Boccaccio, ma anche Giacomo da Lentini, Guido Gavalcanti e Guittone d'Arezzo - in un'analisi che getta nuova luce sulla cultura italiana del XIII e XIV secolo.
L'immagine di un "Dante Theologus" ha spesso posto in ombra il fatto che la teologia di cui si sostanzia la Commedia sia in realtà una fictio letteraria. Il sistema teologico dantesco risponderebbe quindi a una geniale costruzione artistica. Questa è la tesi dell'autrice che, proponendo una lettura deteologizzata della Commedia, mette in luce i meccanismi narrativi, formali ed espressivi che contribuiscono a dare all'opera l'illusione della verità. Teodolinda Barolini, evitando il gioco di specchi della finzione letteraria, esamina le strutture fondamentali della Commedia, scegliendo di illustrare ora alcune tecniche della manipolazione dantesca della narrativa, per creare prospettive dialettiche entro il testo, ora le capacità di coinvolgimento del lettore, ora le modalità di rappresentazione dell'ineffabile. In questa lettura Dante, fabbro, artefice, poeta, è visto come creatore di "realtà virtuali" piuttosto che di armonie fittizie.