Non è l'ennesima biografia di Franco Battiato, non è un libro di musica, tantomeno d'arte. Più che altro è una storia fatta di progetti in salita, di viaggi non sempre prevedibili e altre amenità varie, intraprese da due amici che hanno scelto anche di lavorare insieme su questioni molto pop e altre che non lo sono affatto. È la cronaca, raccontata e disegnata, di quasi una quarantina d'anni di ricerche, tentativi ed esperienze negli ambiti più vari: quelli della musica, della grafica, del teatro, del cinema e di quant'altro fosse al tempo necessario affrontare per trovarsi sempre più spesso coinvolti in un bel viaggio Quello che conduce alla più personale delle ricerche, quella di se stessi.
"Tutti, più o meno, siamo prigionieri delle nostre abitudini, paure, illusioni. Le sofferenze dovrebbero indurci ad abbandonare l'ego, che chiude la strada del ritorno alla nostra natura divina".
Quattro incontri con altrettanti ricercatori di verità, esseri umani dai percorsi di vita molto diversi, ma uniti dalla stessa apertura al dialogo, da un'analoga sete di conoscenza. La conversazione è il cuore di questa raccolta, nella quale Franco Battiato con l'aiuto dei suoi interlocutori, affronta gli argomenti cardine della sua visione del mondo: ii rapporto con il divino, le applicazioni concrete delle pratiche mistiche, la reincarnazione, l'eccellenza nell'arte. È sorprendente allora notare come i quattro testi scelti per questo libro, brevi e bilanciati dal discreto interloquire del conduttore, si richiamino sottilmente l'uno con l'altro: dall'alchimia visionaria di Alejandro Jodorowsky, all'esperienza profonda del sufismo per un intellettuale come Gabriele Mandel, alla scoperta della tradizione vedica per il musicista Claudio Rocchi. Temi ricorrenti quali il valore del silenzio, l'attenzione per il corpo, l'affermazione di uno spazio interiore e il superamento della dualità assumono qui la forma di piccole ma luminose scintille di riflessione, che trovano nelle parole di Raimon Panikkar, grande costruttore di ponti tra le tradizioni religiose, la loro più vertiginosa definizione.
Un racconto musicale che si snoda attraverso dieci brani, che rendono Apriti Sesamo uno dei suoi album più riusciti. 10 canzoni che sanno condensare, dal punto di vista musicale, il percorso artistico di una vita, arrivando a vertici di leggerezza e ineffabilità davvero notevoli. Anticipato dal primo estratto – Passacaglia -, Apriti Sesamo è un album in cui gli ascoltatori potranno ritrovare il Battiato più pop, l’instancabile suggeritore di scomposizioni ritmiche ardite, l’appassionato di musica operistica e della canzone d’autore. Nelle canzoni di Apriti Sesamofigurano anche alcuni dei più bei testi di Manlio Sgalambro, un sodalizio artistico che ormai dura da quasi vent’anni.
Un Irresistibile Richiamo
Testamento
Quand'ero Giovane
Eri Con Me
Passacaglia
La Polvere Del Branco
Caliti Junku
Aurora
Il Serpente
Apriti Sesamo (Bonus Track)
“Io che spesso cado nei fossi
per guadare un po’ troppo le nuvole,
mi posso riconoscere benissimo
in una specie di angelo dalle ali mozzate.”
Gesualdo Bufalino
“Uno scrittore trova le sue ragioni all’interno della propria coscienza, all’interno della società in cui vive. Si può essere scrittori testimoni del mondo e si può essere scrittori testimoni di se stessi. Io appartengo a questa seconda categoria. [ . . . ]
Io sono molto più umilmente e più dolorosamente un testimonio, falso per giunta, di me.”
Gesualdo Bufalino
Gesualdo Bufalino nacque a Comiso, in provincia di Ragusa, il 15 settembre del 1920. Il padre, fabbro, aveva un’autentica passione per la letteratura, che trasmise al figlio. Dal 1930 al 1935 frequentò come apprendista la bottega di un pittore di carri, che gli lasciò ricordi nostalgici. Nel 1940 si iscrisse alla Facoltà di Lettere dell’Università di Catania, ma a causa della guerra non frequentò che poche lezioni. Due anni dopo fu chiamato alle armi. Nel settembre del 1943, in Friuli, fu catturato dai tedeschi. Con l’aiuto di una ragazza riuscì a fuggire. Dopo alcuni mesi di clandestinità nelle campagne friulane, nel gennaio del 1944 riparò in Emilia presso un gruppo di suoi conterranei. Con l’arrivo dell’autunno si ammalò di tisi, e venne ricoverato nel sanatorio di Scandiano. Il primario, Biancheri, raffinato umanista, nello scantinato dell’ospedale custodiva migliaia di libri, e Bufalino vi aveva libero accesso. Lì, lesse per la prima volta Proust in francese. Durante la primavera del 1946 ottenne il trasferimento in un sanatorio della Conca d’oro, a Palermo. Dimesso, si laureò nel 1947. Tornò a Comiso dove cominciò a insegnare nell’Istituto magistrale di Vittoria.
La trama del film: Giulio B., anche se in pensione, continua a esercitare la sua vecchia professione, insegnare Antropologia culturale presso l'Accademia di belle Arti di Brera. Da un paio d'anni vive da solo. Sua moglie, dopo vent'anni di matrimonio, l'ha lasciato, per il momento. È ateo e ha una vera passione per le feste etnico-popolari. Dovunque ci sia una rappresentazione curiosa e intrigante, c'è lui a documentare, intervistare, e archiviare: è appunto il tentativo di assistere e riprendere una festa del fuoco di origini pre-cristiane che lo porta a smarrirsi in un bosco. Troverà riparo e ospitalità in una casa in cui si sta svolgendo un incontro singolare e lì sarà coinvolto in un'esperienza travolgente ed unica. Il dvd è allegato al nuovo libro di Battiato.