Questo saggio riassume e analizza nel dettaglio il complesso sistema di rapporti tra il Vaticano e l’ebraismo prima, e il sionismo e lo Stato di Israele poi, a partire dal deludente incontro tra Pio X e Theodor Herzl. Le alterne e dolorose vicende storiche mediorientali, in particolare quelle verificatesi nell’area israelo-palestinese, insieme ai vari processi politici e teologici all’interno del Vaticano, determinarono non poche trasformazioni nella posizione del Vaticano nei confronti di Israele e dell’ebraismo, come anche riguardo all’islam. In virtù del ruolo svolto presso il Ministero degli Esteri come addetto ai rapporti con il Vaticano, l’autore conobbe da vicino tutte le personalità centrali della Santa Sede, partecipando direttamente all’evoluzione dei rapporti tra la Chiesa cattolica e Israele.
Ben-Horin analizza in modo sobrio e ricco d’interesse i mutamenti storico-politici che portarono all’annullamento dell’accusa di deicidio nei confronti degli ebrei, fino a giungere alla normalizzazione dei rapporti e alla nascita di relazioni diplomatiche nel 1994.
Scrive monsignor Pierfrancesco Fumagalli nella sua prefazione al volume: «Prima di Ben-Horin altri studiosi – tra questi Sergio Minerbi, Silvio Ferrari, Gerhart M. Riegner – avevano esaminato da diversi punti di vista la storia di questi rapporti nell’ultimo secolo. Si tratta di un tema nel quale gli aspetti giuridici, ecclesiastici, spirituali, halakhici, esegetici, politici, etici e perfino mistici s’intrecciano, rendendolo un campo privilegiato per l’osservazione delle relazioni tra secolarismo e religione, tra laicità e fede. Questo intreccio ineludibile rende questa materia di estremo interesse sia per la costruzione di vie di pace tra i popoli, sia per comprendere meglio alcune deviazioni estreme di fanatismi che feriscono le società del vicino e medio oriente, e non solo queste».
A quasi 25 anni dalla Nostra aetate e dopo i documenti applicativi che l’hanno seguita (1974 e 1985), a che punto è il dialogo tra ebrei e cristiani? Fra le molte voci, di entrambe le parti, che periodicamente intervengono su questo tema, quella di Ben Horin, che riportiamo, ci pare particolarmente significativa per equilibrio e pacatezza, oltre che per autorevolezza: Nathan Ben Horin ha vissuto a Roma dal 1980 al 1986 in qualità di ministro plenipotenziario dei rapporti di Israele con il Vaticano. Il testo offre una sintesi storica degli anni trascorsi e ne deduce alcuni punti fermi validi per entrambi gli interlocutori.
Autore
NATHAN BEN HORIN, nato in Germania da famiglia polacca, ha vissuto in Francia dove ha partecipato alla resistenza contro i nazisti. Ha svolto attività diplomatica per Israele. In Italia dal 1980 al 1986 si è occupato dei rapporti diplomatici con la Santa Sede, quando le relazioni diplomatiche con Israele non erano ancora state regolate. Dal 1994 è membro della Commissione per la designazione dei «Giusti tra le Nazioni» dell’Istituto Yad Vashem, incaricato in particolare delle pratiche che riguardano l’Italia. PIERO STEFANI (Ferrara 1949), laureato in filosofia a Bologna, noto studioso di ebraismo e insigne biblista, è uno dei principali animatori del dialogo cristiano-ebraico. Insegna filosofia della religione presso l’Università di Ferrara. Dal 1985 è redattore e articolista della rivista «Il Regno» e collabora con le riviste «Credere oggi», «Humanitas», «Esodo», «Studi Ecumenici», «Studi Fatti Ricerche» (Sefer), «Horeb», «Jesus». È membro del Comitato scientifico e direttore del «Notiziario di Biblia», Associazione laica di cultura biblica. Collabora regolarmente con la trasmissione di Radio 3 «Uomini e Profeti». Ha al suo attivo una settantina di pubblicazioni in qualità di autore, curatore e scrittore di introduzioni o contributi vari.