Da qualche anno il rugby si sta conquistando un seguito sempre più numeroso e particolarmente appassionato tra il pubblico italiano, anche quello femminile. Due campioni della palla ovale come Mauro e Mirco Bergamasco, affiancati da Matteo Rampin, dimostrano in queste pagine che i motivi di tanto successo non sono affatto accidentali, ma affondano le loro radici nei regolamenti, nell'orgoglio e nell'umiltà dei giocatori, nella disciplina, nell'etica stessa del rugby. In una parola, nella sua filosofia. Tecniche, mischie e placcaggi, il celebre "terzo tempo" e i fiumi di birra che dopo ogni partita riconciliano le squadre avversarie, il proverbiale fair play dei giocatori e del pubblico, la logica fondamentale del gruppo sono tutti aspetti che agli occhi di molti potrebbero perfino sembrare paradossali, ma che indicano risvolti umani e morali insospettabili quando si assiste alla vera e propria battaglia che si combatte sul campo, fra fango, sangue e botte da orbi. Veri e propri "eroi della porta accanto", i fratelli Bergamasco illustrano con semplicità il significato di uno sport che, al di là degli obiettivi strettamente agonistici, riflette in profondità la lotta che anima la vita e i nostri impulsi più ancestrali, riprodotti nel microcosmo sociale che è la squadra: in virtù dei caratteri non convenzionali di questa disciplina sportiva, la "filosofia rugbistica" si propone sempre di più come una metafora efficace in campo educativo e formativo.