Il volume presenta l’edizione di un componimento mariano trascritto non oltre gli anni Trenta del Duecento e dunque precedente, almeno per tradizione, rispetto a ogni lauda finora nota. Rielaborando in forma bilingue una sequenza più antica, il testo (dotato di una parziale notazione musicale) ci riconduce alle origini stesse del genere laudistico e ne illumina il legame con la versificazione mediolatina. Il contesto storico in cui tale lauda-sequenza ha visto la luce e ha conosciuto la sua effimera fortuna può essere definito anche grazie allo studio del complesso zibaldone clericale che la tramanda, mirabile esempio della giuntura fra l’incipiente impiego letterario del volgare e la coeva cultura scolastica e religiosa in lingua latina.