Sin dalle origini dell'Islam, Costantinopoli aveva rappresentato per i musulmani una preda quanto mai ambita. Già poco dopo la morte di Maometto, alcuni dei suoi seguaci si erano spinti sin sotto le mura della città, ma la "seconda Roma" aveva sempre resistito a ogni assalto. Solo molto più tardi, nel 1453, un altro Maometto, Mehmed II, il sultano ottomano che portava lo stesso nome del suo Profeta, riuscirà a realizzare quell'antico sogno. Tursun Bey, biografo ufficiale del sovrano, ha scritto una relazione dell'impresa, originariamente intitolata "La storia del Padre della Conquista". La prosa è disseminata di versi poetici, l'arte retorica è spinta ai suoi limiti estremi e la mano di Dio aleggia costantemente sull'operato degli uomini, buoni o cattivi.