L'11 settembre non è stato solo un attentato alla nostra incolumità ma alla nostra percezione della realtà mettendo a soqquadro ogni nostra credenza. Scavando nel simbolico ground zero dell'Occidente moderno, l'autrice ne ricostruisce l'identità, ci obbliga a tornare sui nostri passi, ad accorgerci dei nostri limiti, a trovare parole nostre, di uomini del XXI secolo, che ci aiutino a ridefinire la nostra cultura e a smettere il lutto. La zattera cui aggrapparsi non è il sogno della eternità dei nostri valori, ma neppure l'incubo del declino dell'Occidente.