
Cristo, Maria madre di Dio, la Chiesa: sono i tre temi che Inos Biffi prende in esame e illustra in questo volume dell'Opera Omnia. Non si tratta di una riflessione articolata e sistematica, ma di saggi brevi e precisi, che composti e unificati alla fine delineano con penetrante lucidità le tre figure teologiche. Quella di Cristo, anzitutto, che l'autore ama presentare particolarmente come il Crocifisso risorto, o il Signore glorioso, centro e fine dell'uomo e della storia, assolutamente unico Salvatore di tutti. Con puntualità critica Biffi rileva i diffusi annebbiamenti sulla storicità della risurrezione, sul divario tra Gesù di Nazaret e il Cristo della fede, o sull'ecumenismo, che alterano l'identità di Gesù Cristo e il significato dell'incarnazione. L'immagine di Maria risalta nella sua stretta unione con il Figlio e la sua opera di salvezza. Della Chiesa è sottolineato soprattutto il carattere misterico, la sua missione di grazia, il rapporto col mondo, la sua dimensione universale e la sua forma particolare, il senso del primato, e tanti altri aspetti della sua vita e della sua attività, ancora una volta con le delucidazioni necessarie per dissipare errori e fraintendimenti. Verrebbe da paragonare le figure dottrinali che risultano da questi scritti di Biffi a quelle che ci hanno lasciato i pittori divisionisti, per cui non sembrerebbe fuori luogo parlare quasi di un divisionismo teologico.
Il Dono supremo, ossia l'Eucaristia, che Cristo istituisce nell'ultima cena, donando il suo Corpo come cibo e il suo Sangue come bevanda, e affidandola alla Chiesa, perché la celebri come memoriale della Pasqua del Signore, in attesa della venuta gloriosa. Il volume presenta il tema eucaristico anzitutto in generale, dal profilo sia della riflessione storica, sia della trattazione sistematica. Segue poi una serie di capitoli, con innumerevoli "frammenti", intesi a mettere in luce l'ampio spettro e la singolare suggestione di questo Dono, nella varietà dei suoi aspetti - dottrinali, liturgici e pastorali -, da cui appare la collocazione del "mistero della fede" al cuore stesso della Chiesa, che vi attinge la sua comunione alla Croce e quindi la sua vita e la sua speranza. L'autore non manca poi di offrire una lettura critica su teorie e iniziative diffuse, che, fraintendendo la riforma liturgica e in nome di un aggiornamento mal compreso, rischiano di alterare la concezione "cattolica" dell'Eucaristia e di non "edificare", ma di confondere, la comunità cristiana. Le pagine di Inos Biffi - che all'argomento eucaristico ha dedicato la maggior parte del suo insegnamento - rappresentano un'introduzione chiara, perspicua e rigorosa al "principale" tra tutti i sacramenti, dov'è perennemente presente e operante l'inesausto sacrificio di salvezza.
La teologia è il frutto della riflessione sulla fede, quando l'intelletto indaga il mistero, in se stesso inesauribile, nell'intento di esprimerlo attraverso i concetti. La teologia può essere allora paragonabile a una cattedrale: una cattedrale di idee. Ma lo stesso mistero è dotato di una sua intrinseca bellezza che può suscitare la poesia e il canto. Questo volume dell'Opera Omnia di Inos Biffi contiene i suoi saggi sul mistero come fu cantato dalla poesia e dalla musica di sant'Ambrogio con i suoi Inni - il capolavoro insuperato dell'innologia cristiana -, dagli Inni Sacri di Manzoni, dal Paradiso di Dante e da Paul Claudel. I quattro autori, nel percorso delle festività cristiane o nella salita "di luce in luce" verso il Paradiso, hanno aperto e rivelato lo splendore dei dogmi cristiani, alla cui estatica contemplazione, di là dalla trama dei concetti e dallo schermo delle immagini, mira e trova compimento la scienza sacra.
Oltre che alla riforma del Messale Ambrosiano, di cui tratta il precedente volume "La riforma del rito e il nuovo Messale", Inos Biffi ha dato il suo contributo anche alla riforma della "Liturgia Horarum". Ed è l'argomento di questo secondo volume, "La nuova liturgia delle Ore", dedicato all'analisi di alcuni elementi strutturali e tipici della tradizione ambrosiana, e soprattutto al commento dei nuovi testi eucologici, opera in gran parte dello stesso autore. Grazie a una precisa e prolungata analisi sui Lucernari; sulle "Commemorazioni battesimali" vespertine - da lui redatte -; sulle "Acclamazioni a Cristo Signore", nelle Lodi; e sulle molte orazioni ricorrenti nelle ore del giorno o nei vari tempi dell'anno - e sempre opera di Inos Biffi -, risalta la varia e profonda dimensione dottrinale che distingue l'attuale Ufficio divino ambrosiano, tutto irraggiante dal mistero di Cristo, che ne costituisce il centro. Vi si aggiunge un ampio studio del nuovo rito ambrosiano delle Esequie, anch'esso segnato dalla centralità della Pasqua di Cristo, morto e risorto, nella quale si risolve e si illumina il mistero della nostra morte. A conclusione vanno rilevati i saggi su alcuni arcivescovi di Milano (Schuster, Montini, Colombo) e la liturgia.
Il volume raccoglie e ordina gli scritti di Inos Biffi redatti in occasione della riforma della liturgia ambrosiana secondo le direttive del Concilio Vaticano II, riforma della quale Biffi è stato uno dei principali e determinanti collaboratori. Si devono infatti a lui molti dei testi del nuovo Messale e della nuova Liturgia delle Ore. Esattamente al nuovo Messale è dedicato questo primo volume, a cui succederà un secondo relativo alla Liturgia delle Ore. Il primo volume che qui presentiamo si suddivide in tre parti. La prima tratta della riforma del rito, in due capitoli: "Vicissitudini e principi della riforma", dove sono esposti i criteri secondo cui si è proceduto al rinnovamento dell'insieme della liturgia ambrosiana; e "La riforma del Messale", che prende in esame i criteri che hanno presieduto, in particolare, alla riforma del Messale o, come anche si dice, del Sacramentario della Chiesa di sant'Ambrogio, il cui rito peculiare non solo non è stato soppresso, ma per esplicita volontà del Vaticano II è stato conservato, promosso e rinnovato. La seconda parte prende in esame, in tre sezioni suddivise in capitoli, i formulari del Messale, per metterne in luce, con le fonti, i contenuti teologico-spirituali e pastorali. L'analisi riguarda rispettivamente il Ciclo del Tempo, il Santorale, le Messe rituali e "ad diversa". Da questa analisi risultano con chiarezza la peculiarità e insieme la varietà e profondità tematica, oltre che una speciale raffinatezza e gusto.
Un "florilegio" di feste proposto come un'umile e minuta guida, quasi un "breviario", per l'Anno della Fede. E il senso di queste brevi pagine che, ripassando le festività cristiane, espongono i misteri principali del Credo, che ne sono il contenuto e la sostanza. Tali festività, infatti, sono un'esposizione chiara e multiforme della fede della Chiesa, non solo dottrinalmente, ma concretamente, in particolare con l'ausilio del ricorrere e dell'alternarsi del tempo, con l'attrattiva e lo spessore dei segni, con gli accenti della preghiera. Il credente, però, non si limita a imparare dalle feste: egli è chiamato a condividerle, così che divengano il vissuto della sua fede, e quindi il luogo e il tempo in cui egli fa esperienza dei misteri celebrati. Potremmo, allora, parlare dell' "affezione" delle feste, che si iscrivono nella mente, nei sentimenti e nella vita di chi vi prende parte. Ognuna di esse si presenta con la sua grazia, perché venga accolta e cosi renda conformi al Figlio di Dio fatto carne, crocifisso e risuscitato, ossia al Crocifisso glorioso che di tutte le celebrazioni è il Festeggiato. La liturgia senza dubbio parla ai credenti. E, tuttavia, anche chi non ha mai creduto, o non crede più, potrebbe restare impressionato dinanzi alle celebrazioni.
La riflessione di Tommaso d'Aquino si è più volte e a lungo soffermata sui misteri di Gesù. Non solo egli ha messo in luce le componenti "astratte" o "strutturali" della persona di Cristo, ma ha volto la sua attenzione analitica e appassionata - ciò che avverrà sempre meno in seguito - alle sue azioni, alla sua "storia", dalla concezione alla esaltazione, elaborandone una ricca e avvincente teologia. Ogni gesto del Signore è ricercato e accostato con l'esegesi letterale e con le risorse dell'esegesi "spirituale", così da poterne riscoprire il senso, la "logica", il valore o, come dice Tommaso stesso, la "convenienza". Questa trattazione dei misteri di Gesù riceve la sua forma più compiuta e matura nelle questioni 27-59 della Tertia Pars della Summa Theologiae, ma essa si ritrova anche in diverse altre opere dell'Angelico, che precedono o anche accompagnano la composizione della Summa. Con questo volume Inos Biffi ricostruisce la teologia dei misteri di Gesù ricorrente in queste opere e rilevata sia nei suoi contenuti analitici sia nel suo significato in rapporto alla sistemazione teologica di san Tommaso. Ai misteri nella Summa Theologiae sarà dedicato un secondo volume. Oggi è sentita come urgente e indispensabile una cristologia "concreta". Il Dottore Angelico ne ha offerto un metodo e un modello ancora esemplari. Del resto, la figura di Gesù ha rappresentato l'Oggetto più appassionato di tutta la ricerca dell'Angelico.
I brevi testi di questo opuscolo si possono paragonare a dei "frammenti": l'intero è il mistero di Cristo, di cui sant'Ambrogio invitava a scoprire i tesori nascosti e che oggi appare smarrito, abbandonato e persino si direbbe deliberatamente accantonato. Ora, un primo manipolo di "frammenti" riguarda Gesù risorto da morte e quanto da lui irraggia o in lui si risolve. Sono gli argomenti umani e cristiani fondamentali e sempre urgenti, d'altronde interpretabili e comprensibili unicamente alla luce del Crocifisso glorioso, come: il destino dell'uomo, la sua vita e la sua morte, il demonio e il male, l'inferno e il paradiso. A far da guida in queste riflessioni è proprio sant'Ambrogio con le sue intuizioni acute e folgoranti, che ne fanno in cristologia il dottore più perspicuo di tutti i dottori della Chiesa. Una seconda raccolta di testi ha come argomento la teologia, considerata in una molteplicità di aspetti e sullo sfondo del pensiero debole contemporaneo che, deprimendo l'intelletto e offuscandone lo splendore, rende impossibile la sacra dottrina. E qui la guida è Tommaso d'Aquino, nel quale limpidità e profondità si fondono, ma che, secondo Inos Biffi, è ancora largamente da scoprire. L'ultima parte dell'opuscolo è un incontro con alcuni santi e dottori che hanno trovato e illustrato con intensità e finezza singolari i "tesori nascosti in Cristo": da Ambrogio, che già conosciamo, a Bernardo di Clairvaux, a Bonaventura, e ancora a san Tommaso...
C'è chi - come Giacomo Biffi - ha definito questi saggi - "un ritratto ineccepibile e persuasivo" della "personalità eccezionale", qual era quella dell'arcivescovo che era succeduto a Schuster e a Montini sulla cattedra di sant'Ambrogio e vi aveva esercitato soprattutto l'illuminato magistero della parola; un ritratto "dove tutto si dice e niente si nasconde, dove non si teme di esaltare le luci (anche se siano luci che non incontrino il gusto della mentalità oggi dominante) e non si tacciono furbescamente, se ci sono, né le zone d'ombra né i tratti opinabili". C'è un tratto caratteristico che contrassegna queste ricerche minute e accurate, ed è che si intrecciano con la testimonianza personale consentita all'autore dall'assidua frequentazione di Colombo fin dagli anni dell'adolescenza, durante la sua formazione nel seminario di Venegono, dov'era educatore affascinante e ammirato lo stesso Colombo, già docente insigne e rinomato di letteratura italiana. Da allora i contatti proseguirono fino alla tarda età del cardinale e al suo ritiro sorprendentemente splendido e operoso.
«Questo ciclo liturgico sarà ciclo dell’anima. Questa storia di Cristo deve ripetersi come storia della mia anima. Ogni anno la Chiesa rinnova il suo racconto su la vita di Gesù, ne ripensa la stessa dottrina, ne ripresenta i misteri, affinché tale vicenda sia la stagione completa dello spirito, avido di santità, avido di rigenerare in sé l’incarnazione del Signore. Vivere questa vicenda è compiere un giro di evoluzione totale dello spirito cristiano. Questa storia di Cristo deve ripetersi come storia della mia anima. [Il] ciclo liturgico sarà ciclo dell’anima» (G. B. Montini).
Inos Biffi è Professore emerito e direttore dell’Istituto di Storia della Teologia, ordinario emerito di teologia sistematica e di storia della teologia presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, e docente delle stesse materie presso la Facoltà di Teologia di Lugano.