L'impatto emotivo di "Guernica" è stato sempre straordinario: il rifiuto della barbarie umana e il suo grido di libertà e pace rimangono vivi oggi come quel giorno, nel 1937, in cui Picasso posò il pennello. L'agenda del cantiere, le intenzioni, la storiografia e l'indagine critica delle sue molte esposizioni di cui si rende conto anche grazie a un'inedita documentazione fotografica, per leggere quello che nessuno ha mai visto, perché "un quadro vive soltanto attraverso l'uomo che lo guarda".
Il libro analizza la storia istituzionale e il modello organizzativo dell'Istituto Centrale del Restauro dalla sua fondazione nel 1939 a oggi. L'attuale direttrice Caterina Bon Valsassina si sofferma su avvenimenti e trasformazioni mettendo in luce i punti di fragilità, le difficoltà, gli aspetti non più attuali, quegli scarti inevitabili tra il progetto delle origini e la sua traduzione in realtà nel corso del tempo che aiutano ad evidenziare gli elementi di continuità con il presente e le aperture al futuro. Il volume rende manifesto gli stretti legami esistenti tra l'organizzazione dell'istituto e le attività istituzionali (toccando così anche i temi legati alla storia del restauro, dei restauratori e della ricerca scientifica applicata al settore) e tra l'istituto e il ministero (legame a volte conflittuale, a volte collaborativo, a volte indifferente ma sempre imprescindibile). I quattro capitoli in cui si articola il testo analizzano la nascita dell'Istituto sotto la direzione di Cesare Brandi (1938-1961), la successiva fase con la direzione di Pasquale Rotondi (1961-1973), la trasformazione dell'Istituto con Giovanni Urbani (1973-1977) e infine i progetti e i problemi dagli anni Ottanta e Novanta ad oggi. Oltre l'agiografia, il saggio scava nella storia tentando di rispondere alla domanda: è possibile mantenere vivo e vitale un centro di eccellenza per un periodo di tempo così lungo?