Uno stile filosofico tutt'altro che minoritario nel pensiero contemporaneo interpreta l'ora presente, e il presente intemporale definito dall'espressione "natura umana", attraverso le nozioni di male e di crisi. La pervasività di questa antropologia negativa è tale da alimentare una diffusa mentalità nichilista di depotenziamento e indebolimento dell'etica laica, su cui ha facile presa il progetto di "riconquista" religiosa da parte della Chiesa. Il libro muove da una ricognizione dell'idea di colpa, dalle origini paoline e agostiniane fino a Nietzsche e Freud, per approdare a un'etica del limite, che denunci i tratti antiumani delle etiche religiose, contrapponendo alla visione "verticale" del destino dell'uomo un'antropologia della finitudine.