Perché, dopo l'irresistibile ascesa, il duce mancò l'obiettivo più ambizioso del suo progetto politico: la "fascistizzazione" della società e la costruzione dell'"uomo nuovo fascista"? Richard J.B. Bosworth cerca di rispondere a questa domanda indagando la vita quotidiana degli italiani di ogni status sociale e culturale, nelle città e nelle campagne, sotto la dittatura, e offrendo al lettore l'immagine di un paese così variegato e frammentato in una miriade di reti clientelari e centri di potere locali da trasformare l'imposizione del totalitarismo in un fallimento. Le tante storie di eminenti gerarchi e di semplici cittadini raccolte nel libro, frutto di una ricerca capillare condotta negli archivi dei comuni e delle prefetture di ogni parte della penisola, testimoniano che gli italiani, a dispetto del formale ossequio al fascismo e di una generica ammirazione per Mussolini, conservarono il senso della propria identità, fondata su valori estranei, se non antitetici, all'ideologia fascista: il cattolicesimo, la famiglia, il particolarismo regionale, l'orgoglio campanilistico.