Che si tratti della storia del diciannovenne nero Booker Johnson, che nella L. A. non ancora razzista del 1927 esce di casa e non risucirà mai più ad "avvertire la madre", o di Goerge Jackson che in carcere decide di vendicarsi, dando origine a un celeberrimo episodio di rivolta nera e al mito dei "fratelli di Soledad", i personaggi di Bunker sono colti qui non tanto nel momento in cui il loro destino si compie, ma in quello in cui la trama, inesorabilmente, si compone. Il bravo meccanico Booker non resiste all'attrazione del motore della Packard che sta riparando, e pensa di farla sua per una sola notte, per uscire con una ragazza, e non sa che non uscirà mai più di prigione; George legge un libro di Regis Debray nella sua cella e non ha ancora deciso di uccidere. Eppure la trappola, o la storia, è già pronta, davanti ai nostri occhi che possono solo partecipare. Questo libro è l'addio di Bunker ai suoi lettori e viene pubblicato in anteprima mondiale nel Paese che l'ha forse amato di più.
Le esperienze di Edward Bunker nelle prigioni peggiori della California, per le strade di Los Angeles e nel sottobosco di Hollywood lo hanno accreditato a scrivere alcuni dei piú conturbanti ed efficaci romanzi moderni sul carcere. Con "Educazione di una canaglia" i lettori possono entrare, senza alcuna finzione narrativa, nel mondo duro e non edulcorato di Bunker. Sia che fumi uno spinello seduto sulla sedia della camera a gas, o che prenda in mano un coltello usato da un serial killer, o che nuoti tra i marmi della sfarzosa piscina Nettuno a San Simeon, California, Bunker si limita a esporre la sua mercanzia, nuda e cruda. Il risultato è agghiacciante, eppure non privo di una sua orgogliosa morale, perché è la pura verità.
Ron Becker era solo un piccolo spacciatore quando è stato incarcerato. Ma nell'inferno di San Quintino una pena di due anni senza sconti basta a segnarlo per tutta la vita. In galera Ron conosce la violenza razziale, i soprusi dei secondini, il nonnismo dei detenuti "anziani". E, soprattutto, conosce Earl Copen, il Satana di quell'inferno, la bestia che gli insegnerà a essere peggiore di tutti quanti.
Intellettualmente dotato, arrabbiato e indipendente, amante della lettura, Alex Hammond è soggetto a improvvisi e violenti attacchi di collera, che non riesce a dominare. Il libro racconta la sua storia dai dodici ai sedici anni, quando viene catturato per rapina a mano armata ed è inesorabilmente pronto a varcare la soglia della criminalità adulta. Senza famiglia e senza parenti, Alex è ormai alla mercé di un sistema che pretende accettazione dei regolamenti e sottomissione assoluta all'autorità. La sua rabbia lo condurrà in un ospedale psichiatrico, dove viene "istruito" da un gruppo di delinquenti incalliti.