Tornata dopo quarant'anni nella Sicilia della sua giovinezza, la narratrice vede avanzare tre figure di donna "con leggero passo di danza", che la inducono a raccontare la loro storia. Sono le protagoniste di "Quella mattina a Noto", donne che nella Sicilia a cavallo del secolo si sono battute per la libertà di decidere, di istruirsi, di insegnare. La capostipite è Mariannina, costretta ad abbandonare Palermo dopo la perdita del marito e del patrimonio. La figlia, Lidduzza, conquista l'indipendenza e la difende gelosamente; la nipote, Ituzza, si laurea - ospite della famiglia Brancati, dove il piccolo Vitaliano, detto Nuzzo, inventa sul vasino le sue prime storie - e poi si trasferisce a Noto, dove insegna, si sposa e cresce i figli, finché la necessità la spinge a lasciare la sua Sicilia per Bari. Muovendo dal ricordo di un rapporto familiare, Gianrico Carofiglio chiude con una affascinante finzione il racconto della madre.