L'uomo è sempre chiamato a superarsi. Non possiamo accontentarci delle nostre abitudini, delle nostre leggi, del nostro modo di fare politica. Dobbiamo impegnarci per un mondo più umano, per creare una maggiore giustizia per tutti, una giustizia mai disgiunta dalla fraternità. Il Vangelo ci mostra un Dio diverso da quello delle vecchie tradizioni religiose: non più il Dio della legge, ma il Dio dell'amore, che si apre incondizionatamente agli uomini, alle loro pene e alle loro speranze. Un Dio che non opprime l'uomo, ma lo rinfranca e lo risana. Un Dio che ha cura di quelli che cadono, che invece di condannare perdona, che anziché punire libera. Nella nostra epoca, così disincantata, non basta parlare di giustizia, doveri, bene comune, programmi pastorali: occorre fare esperienza diretta dell'amore che dona con gioia e suscita entusiasmo, irradiando la bellezza di ciò che è vero e giusto nella vita, perché solo questa bellezza rapisce veramente i cuori e li rivolge a Dio.
Attraverso il dono dello Spirito, Gesù risorto è veramente con noi come presenza nuova, forza interiore, chiarezza misteriosa che ci guida nelle scelte decisive della nostra vita. Chi cammina secondo lo Spirito è capace di intuizione profetica, perché è in grado di percepire, lungo il corso della storia, i nuovi fermenti di giustizia e fraternità che annunciano la nascita di una società nuova, più umana, quella che il vangelo chiama "Regno di Dio". Gesù ha indicato più volte questo compito dello Spirito: "Vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto" (Gv 14,26). Non si tratta di una memoria inerte ed evocativa, ma di una memoria affettiva e creativa, che ci cambia dentro come lo stupore di fronte alla bellezza e alla grandezza dello Spirito.
Questo libro si rivolge a tutti coloro che sentono la necessità di approfondire, alla luce della propria fede, il senso del vivere e del morire. Raccoglie infatti meditazioni, spunti di riflessione e preghiere che aiutano ad integrare la morte nell'orizzonte della vita. «La morte ci viene qui presentata non come termine, ma come compimento della vita. Come sottintende il titolo, il senso della morte va cercato nel cuore della vita, sia di quella temporale come di quella eterna. Auguro a queste pagine di nutrire il cuore e lo spirito dei lettori portandoli dalla indifferenza e dalla tristezza alla gioia della speranza» (dalla Prefazione del Card. Carlo Maria Martini).
Il senso della croce non è la rassegnazione. Noi crediamo che la croce di Gesù sia l'espressione più alta della nostra ribellione all'ingiustizia e del nostro impegno profondo per un mondo diverso, più vicino al progetto di Dio, che vuole una storia nuova per l'uomo.Il credente deve camminare misurando i propri passi sul progetto che Gesù ha rivelato, nel cuore della sua esperienza di tutti i giorni.