Residuo d'un lavoro, vagheggiato fin dalle prime esperienze giovanili maturate nell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli (1947-52), L'Europa di Croce, il cui punto di riferimento principale è la Storia d'Europa nel secolo decimonono (1932), intende - al di là delle vicende narrate - segnare le linee essenziali del tracciato dell'Europa moderna, seguito nell'intreccio tra la molteplicità irriducibile dei "contenuti" culturali, e l'assunzione della "forma", del "dover essere", capace di integrare quei "contenuti", storicamente e socialmente condizionati. È il problema, tanto dibattuto e contrastato della generazione seguita al Dilthey, all'avvento delle "scienze umane" o "scienze dello spirito", che hanno prodotto una frattura sostanziale nella storia del pensiero occidentale, una fase che ha inizio da più d'un secolo, con in più, ai giorni nostri, l'esigenza d'una risposta intuitiva di immediata comprensione.