In questo secondo volume della sua monumentale opera di ricostruzione della presenza ebraica in Italia, Riccardo Calimani ripercorre i tre secoli cruciali che vanno dall'espulsione nel 1492 degli ebrei dalla Penisola iberica e da tutti i domini spagnoli alla Rivoluzione francese (1789) e all'Impero napoleonico, fino alla Restaurazione di inizio Ottocento. Una storia contrassegnata da una radicale redistribuzione territoriale degli insediamenti ebraici - presenti, dal Cinquecento, quasi esclusivamente nelle regioni centro-settentrionali del nostro Paese - e, dal punto di vista politico e religioso, dalla poderosa influenza dell'Inquisizione e dai rigori della Controriforma. Punto di svolta decisivo di questa fase della storia della comunità ebraica italiana è l'istituzione del ghetto romano ("il serraglio degli ebrei") sancita dalla bolla di Paolo IV Cum nimis absurdum del 1555. Una scelta di segregazione, quella del ghetto, ideata a Venezia nel 1516, che si sarebbe estesa da Roma a numerose città della Penisola. E se è vero che fu applicata in modi diversi dai principi e signori locali, che agivano in funzione della loro autonomia dalla Santa Sede o per semplice convenienza di potere, a rimanere invariato fu invece il rapporto contraddittorio tra mondo cristiano e mondo ebraico, in bilico tra bisogni e interessi concreti (i banchi di prestito, le tasse e le contribuzioni forzose) e le ricorrenti pulsioni teologiche contro il "popolo maledetto"...
La storia bimillenaria delle comunità ebraiche in Italia è la straordinaria avventura, tanto tormentata quanto poco nota, di una minoranza (poche decine di migliaia di persone) che ha saputo radicarsi capillarmente in tutto il territorio del nostro paese, dalle Alpi alla Sicilia, dal Friuli alla Sardegna. E che, malgrado le umiliazioni e le vessazioni subite da parte delle autorità politiche ed ecclesiastiche locali, è riuscita a salvaguardare sempre le proprie tradizioni e la propria identità culturale senza isolarsi e rinchiudersi in se stessa, ma anzi partecipando attivamente alla vita sociale ed economica dei luoghi in cui si è insediata. Di questa singolare vicenda, che rappresenta un caso unico nel panorama europeo, Riccardo Calimani ricostruisce qui una prima ampia parte: dalla libera alleanza degli ebrei con la Roma repubblicana e dai secoli dell'esilio, dopo la distruzione di Gerusalemme (70 e.v.) voluta dall'imperatore romano Tito, sino al rimescolamento delle varie comunità ebraiche del Vecchio Continente provocato dalla loro espulsione dalla Penisola iberica alla fine del XV secolo. Il vero punto di svolta di questo complesso itinerario è costituito dall'editto di Costantino (313), che, legittimando la cristianità, inaugura la lunga stagione dell'incontro-scontro tra giudaismo della diaspora e Chiesa di Roma. Un rapporto ambivalente che si riflette nella costante oscillazione nel trattamento da essa riservato per tutto il Medioevo (e oltre) agli ebrei...
Marco Barbarigo è un uomo fortunato: non pago dell'amore della dolce cugina Flaminia Corner s'intrattiene in giochi sempre più arditi anche con Bianca Mocenigo e con la sua servetta Mariella. Ma se Marco abbandonasse per un istante i suoi giochi d'amore scorgerebbe grosse nubi all'orizzonte della laguna: l'ombra sempre più lunga della potenza ottomana inizia a inquietare tutte le potenze cristiane del Mediterraneo. Così, quando Venezia si decide a unirsi alla Lega Santa e ad armare la propria flotta, Marco si rivela troppo ambizioso per dare ascolto all'ammonizione del vecchio Giuseppe Loredan: "Le strade che portano al potere sono irte e malfide. Qualche volta è meglio guardare da lontano", troppo curioso della vita per rifiutare di imbarcarsi su una delle galee che si disporranno lungo un fronte di quattro miglia al largo della città di Lepanto, e saranno protagoniste di una battaglia terribile e grandiosa. Scampato per miracolo alla carneficina, giunto a Istanbul riuscirà a salvarsi solo grazie alle misteriose lettere fitte di caratteri ebraici che a Venezia gli sono state affidate da Ester Conegliano. A Venezia, prima che Marco sia riuscito a rientrare, Bianca, Flaminia e Mariella partoriscono ciascuna un figlio e cercano un matrimonio riparatore; una pestilenza decima gli abitanti della città, il Palazzo Ducale brucia mentre nella notte sfolgora una misteriosa cometa, gli ebrei del ghetto sono in pericolo e Giordano Bruno viene consegnato all'Inquisizione romana...
La storia degli ebrei russi è stata, rispetto a quella delle altre comunità ebraiche presenti in Europa, la più ricca di sfumature, suggestioni e contraddizioni, in quanto caratterizzata da intense fiammate di partecipazione rivoluzionaria alla vita politica e culturale dalla quale abitualmente erano esclusi. Confinati nei villaggi della cosiddetta "zona di residenza", una sorta di enorme ghetto a cielo aperto che si estendeva dall'Ucraina alla Lituania, gli ebrei vissero per secoli in condizione di isolamento, con una propria lingua e una propria fede, fino a raggiungere, all'inizio del XX secolo, la considerevole cifra di 5 milioni di individui. Di fronte al diffondersi dell'antisemitismo, fomentato dal regime zarista, e la tolleranza nei confronti di pogrom sempre più cruenti, gli ebrei non solo andarono a ingrossare le file dei maggiori gruppi politici d'opposizione, ma fondarono un proprio partito, il Bund, che per primo in Russia difese energicamente gli interessi e i diritti di larghe masse di diseredati. Poi si avverò la previsione di un cinico ministro zarista: un terzo degli ebrei russi emigrò in America, un terzo morì sui campi di battaglia della Grande Guerra e un terzo finì per assimilarsi, gettandosi nelle fauci del leone sovietico. Il libro ripercorre le tappe fondamentali dell'ancora poco noto itinerario degli ebrei in Russia e nell'Unione Sovietica, e rivisita il dibattito sulla "questione ebraica" in seno al marxismo, da Marx ed Engels a Kautsky e Lenin.
Nell'Europa del diciannovesimo e ventesimo secolo, gli ebrei, combattuti fra rispetto della tradizione ed emancipazione, vissero in modo drammatico e contraddittorio il conflitto fra le proprie origini e le nuove esigenze spirituali e culturali di un continente in pieno fermento. Una condizione che nella sua ambiguità si rivelò particolarmente feconda. In questo libro, seguito di "Destini e avventure degli intellettuali ebrei" l'autore analizza l'inquietudine ebraica in Francia, Russia e Ungheria. Attraverso figure quali quelle di Émile Durkeim, Henri Bergson, ma anche Trotzskij, gli scrittori russi Il'ja Erenburg e Vasilij Grossman o l'ungherese György Lukács, una mappa della genialità e originalità ebraica nei cento anni che precedono la Shoah.
Calimani prende in esame la figura di Paolo di Tarso, fariseo per nascita e apostolo di Cristo per vocazione, protagonista di un percorso biografico sofferto e ricco di colpi di scena. L'autore ricostruisce così il complesso profilo di questa personalità, tramite essenziale fra le tradizioni giudaiche, le filosofie misteriche e la religione cristiana.
Una camicia pulita, una frase imprudente, una berretta gialla, un atteggiamento sospetto o sospettabile: alla fine del Cinquecento e nel Seicento poteva essere sufficiente uno di questi elementi per essere sottoposti a processo davanti al Santo Tribunale dell'Inquisizione di Venezia. A volte gli imputati venivano accusati di giudaizzare, vale a dire onorare in segreto le usanze ebraiche, come la celebrazione del sabato o di altre feste rituali, oppure il rifiuto di mangiare carne di maiale o altri cibi proibiti. Spesso al centro dell'attenzione erano i marrani, cioè gli ebrei di origine iberica che avevano subito il battesimo coatto.
Una storia travagliata lunga venti secoli: dalla conquista della Giudea a opera di Pompeo fino agli inizi del XX secolo. E' la storia degli ebrei che Riccardo Calimani riassume e racconta in questo libro, spiegando chi sono gli ebrei, ma facendo emergere in controluce la stessa storia dell'occidente cristiano. Da Gesù al falso messia Shabbetai Zevi, dall'epopea marrana all'influenza ebraica sulla civiltà del Vecchio Continente, alternando avvenimenti cruciali al racconto di avvenimenti individuali e a grandi temi e controversie religiose.
Riccardo Calimani descrive la vita quotidiana, i costumi e le cerimonie religiose dell'articolata comunità ebraica di Venezia, ripercorrendone il lento e difficile cammino verso l'integrazione e l'emancipazione. Attraverso le vicende di rabbini, intellettuali e umanisti, ma anche di semplici commercianti cui resta labile traccia nei documenti ufficiali, il lettore viene guidato alla scoperta di una delle più vivaci zone della città lagunare, crocevia di popoli e civiltà.