Grandi classici, raccontati da grandi nomi della letteratura così come potrebbero raccontarli ai figli o nipoti, una sera, nel loro salotto. "Save the story": frutto della collaborazione tra Scuola Holden e Gruppo Editoriale L'Espresso, è anche un ciclo di reading affidati a grandi scrittori presentato all'Auditorium Parco della Musica e coprodotto con la Fondazione Musica per Roma. Non un'operazione di riscrittura, ma un appassionato omaggio ai libri che più abbiamo amato. Ecco le incredibili vicende di un naso scomparso dal viso del suo padrone, che vaga in alta uniforme per le strade di San Pietroburgo nello sgomento generale. Camilleri affronta il racconto perfetto, il capolavoro assoluto e padre putativo di tanti grandi romanzi della letteratura russa. Con la sua voce e la sua nota ironia prende per mano i lettori, li accompagna su e giù per la Prospettiva Nevskij a inseguire il Naso e il suo disperato padrone e nel contempo a osservare ingiustizie, soprusi, servilismo e vanitosi rituali di una piccola borghesia grassa, ignorante e presuntuosa. Età di lettura: da 8 anni.
Gli anni non impediscono a Montalbano di riaccedere alle venture e agli incanti dell’esperienza adolescenziale: all’inadeguatezza emotiva, alle fantasticaggini, ai risalti del cuore, ai turbamenti, alla tenera e trepida lascivia; alle affezioni precipitose, anche: dagli scoppi d’ira, agli schianti di gelosia. Conosce a memoria la poesia Adolescente di Vincenzo Cardarelli. Recita a se stesso i versi sul «pescatore di spugne», che avrà la sua «perla rara». E sa, non senza diffidenza e discorde sospetto di decrepitezza, quando più e quando meno, tra il lepido e il drammatico, che «… il saggio non è che un fanciullo / che si duole di essere cresciuto». In così gelosa materia, il commissario ha vicino, con la sua delicatezza silenziosa e con la comprensione partecipe, l’ispettore Fazio. Non crede invece, alla sua «saggezza», la fidanzata Livia. E scambia per un tratto di guasconeria la confessione di un tradimento, fatta con la schiettezza propria dell’età men cauta. Montalbano è stato folgorato dalla bellezza, sensualmente sporca di vita, della giovane Angelica. Ha riconosciuto, nella donna, i tratti dell’eroina dell’Orlando furioso così come erano stati interpretati da Doré nelle illustrazioni del poema ariostesco. Di quell’Angelica di carta e inchiostro si era segretamente innamorato negli anni dell’adolescenza. E ora, incalzato dai versi dell’Ariosto, che spontanei gli tornano in mente, rivive il vecchio amore, e finalmente lo consuma. Anche la coscienza onirica collabora, con le sue illuminazioni notturne. Un misterioso personaggio, nascosto in un gomito d’ombra, confonde il commissario con una giostra di furti architettati geometricamente, secondo uno schema d’ordine di pedante e accanita astuzia. Non mancano stoccate varie e finte mosse, con morti e feriti in campo. Quale sia la posta in gioco è da scoprire. La vicenda è ingrovigliata e ha punte d’asprezza. E intanto Montalbano si vede in sogno, costretto in un’armatura di cavaliere, e buttato dentro un torneo. Deve affrontare un gigante, che ha il volto coperto da una celata nera. Assistono alla sfida dame e cavalieri. Dà il via Carlo Magno. Fuor di sogno, nel vivo delle indagini, irrompe, in questa «gara» similariostesca, la nuova Angelica. Porta addosso gli occhi di tutti. Montalbano è «furioso». Ma, nel molt’altro della storia, tra la bonaccionaggine di Catarella, le lazzaronate del medico legale Pasquano, e la feconda imbecillità dei superiori, veri e propri marescialli dei regolamenti, l’indisciplinato commissario non dismette l’amabile improntitudine. Si dà scena di teatro. Si fa commediante e guitto. Sale in palco. E improvvisa contraffazioni melodrammatiche, con risalite tonali e rimarcature di parole. Sa avvolgersi nel lessico scelto, e colmo di palpiti, di una affettata letteratura drammatica. Salvatore Silvano Nigro
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010, anche in versione audiolibro); e inoltre i romanzi con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L'età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009), La caccia al tesoro (2010).
"Il problema nasce quando i nani si rappresentano il loro dio... E il problema è ancora più grave quando un nano si crede addirittura dio. Lei pensa che io stia alludendo? Non si sbaglia." Eravamo partiti dall'ars amatoria di Berlusconi e siamo arrivati ai condomini "facilitati" dei politici e alla crisi economica. In mezzo, tra commedia e tragedia, con accenti talvolta comici, il divorzio di B., il nuovo giornalismo alla Minzolini, le amazzoni di Gheddafi, il G8 all'Aquila e gli scandali che hanno investito la Protezione civile, l'attacco a Gomorra, Garibaldi, la crisi del Pd, il ddl sulle intercettazioni... Commenta Camilleri: "Pirandello ai suoi tempi sembrò cervellotico, oggi sarebbe cronista di scarsa fantasia". E conclude, riferendosi alla classe politica:"Per confrontarsi sulle idee, bisogna innanzitutto averle". Il viaggio nel "paese senza verità" (Sciascia) non smette di stupire.
Un gioco, un esperimento, una collaborazione letteraria senza precedenti: i due «re» del giallo italiano contemporaneo uniscono le forze e ci regalano una storia che vede protagonisti i loro personaggi di maggior successo: il commissario Salvo Montalbano e l’ispettrice Grazia Negro.
A Vigata c’è un agitatore di folle che di nome fa Michele Sparacino. Quando scopre che l’orologio del municipio va avanti di dieci minuti aizza i lavoratori delle cave di zolfo contro i padroni che fanno i furbi e innesca uno sciopero generale che unisce panettieri e netturbini, maestri elementari e impiegati comunali. Ma questo Michele Sparacino non esiste davvero. È il risultato della fantasia di Liborio Sparuto, un giornalista pigro e bugiardo che, per spiegare ai lettori i fatti che sconvolgono Vigata, non trova di meglio che inventarsi questa imprendibile figura di fuorilegge. E però c’è anche un Michele Sparacino in carne e ossa, nato «alla mezzanotti spaccata tra il tri e il quattro di ghinnaro» del 1898. Puntualmente nel posto sbagliato al momento sbagliato, il poveretto passa la vita a scontare sulla propria pelle le bugie di Sparuto, schivando gli atroci scherzi del destino che lo porteranno fino a Caporetto, sempre inviso a commilitoni e comandanti. Andrea Camilleri infilza il suo personaggio con gli spilli di una crudele ironia e ci regala una storia troppo amara per essere vera ma troppo verosimile per non diventare lo specchio di una certa Italia. Un colloquio inedito tra Andrea Camilleri e Francesco Piccolo completa questo fulmineo capolavoro rivelando alcuni trucchi del mestiere di uno degli scrittori italiani più amati.
Un torpore inerte ha invaso il commissariato di Vigàta: un tedio strascicato. Ammortisce pure il trallerallera di Catarella, che adesso incespica tra rebus e cruciverba. Montalbano legge un romanzo di Simenon, e distratto va sfogliando una vecchia annata della "Domenica del Corriere": al telefono continua il dai e ridai querulo e molesto della suscettibile fidanzata, lontana sempre, lontanissima. Eppure un diversivo c'era stato. Due anziani bigotti, fratello e sorella, a furia di preterìe e giaculatorie, avevano rincappellato pazzia sopra pazzia. La loro demenza era arrivata al fanatismo delle armi. E la sceriffata santa aveva lasciato sul campo uno strumento di passioni tristi e appassite: una bambola gonfiabile, disfatta dall'uso; una di quelle pupazze maritabili che (diceva Gadda) tu le "basci, e ci piangi sopra, e speri icchè tu voi. E, fornito il bascio, te tu la disenfi e riforbisci e ripieghi e riponi, come una camiscia stirata". Un'altra bambola gemella, ugualmente disfatta, ma data per cadavere di giovane seviziata, era stata trovata poi in un cassonetto della spazzatura, in via Brancati. Sembrò una stravaganza.
Anni 1929-1932. In Sicilia si trova a frequentare la Regia Scuola Mineraria il nipote del Negus Ailé Sellassié. Da questo fatto vero Andrea Camilleri trae spunto per immaginare tutto quello che successe intorno al principe abissino: le lettere, i documenti, gli articoli di cronaca, nel clima di autentica stupidità generale, tra farsa e tragedia, che segnò quell'epoca. E la sua voce ricrea l'atmosfera del racconto orale della tradizione e dota la neolingua di Camilleri della sua, per così dire, interpretazione autentica.
Andrea Camilleri (Porto Empedocle, 1925), regista di teatro, televisione, radio e sceneggiatore. Ha insegnato regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Ha pubblicato numerosi saggi sullo spettacolo e il volume, I teatri stabili in Italia (1898-1918). Il suo primo romanzo, Il corso delle cose, del 1978, è stato trasmesso in tre puntate dalla TV col titolo La mano sugli occhi. Con questa casa editrice ha pubblicato: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009), La rizzagliata (2009), Il nipote del Negus (2010); e inoltre i romanzi con protagonista il commissario Salvo Montalbano: La forma dell'acqua (1994), Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006), Le ali della sfinge (2006), La pista di sabbia (2007), Il campo del vasaio (2008), L'età del dubbio (2008), La danza del gabbiano (2009).
Eja, Eja, Alalà! Fu già tempo in cui si andava in camicia nera; si cantavano inni. Quando la menzogna si accasa nella storia, sono gli atti di fede, e i manganelli, che fanno la verità. Ci volevano, a Vigàta, le furberie e le mattacchiate di uno scavezzacollo principe di colore, la selvatica estrosità e il talento per gli affari di un diciannovenne ben arnesato e sessualmente senza briglie, la spudoratezza e l'inclinazione astuta di un nipote del Negus, i puntigli principeschi di uno studentello straniero senza letto e senza tetto, che allettava gli occhi e invaghiva i cuori, per umiliare l'onore, l'orgoglio virile, le mire colonialistiche, le prolisse incompetenze del regime, e il nazifascistico razzismo. Il nipote del Negus, il principe Grhane Sollassié Mbassa, è stato iscritto alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta. Si rivela un virtuoso della bricconeria e un atleta dell'inganno: tutti brontolando, e lui bravando; promettendo molto, e ancor più pagando, senza nulla mai ottenere. Cosa non tollerano tutti, cosa non tentano. Anche il Duce schiuma e freme, e subisce a rate i tiri bassi dell'etiope: di quel tizzone d'inferno che scalcia e corvetta; e sfugge al dover suo di dar testimonianza in terra italica e in colonia del viver bello e libero e generoso della "civiltà" fascista. Letto da Andrea Camilleri.
Il secondo volume delle inchieste di Montalbano. Il metodo del commissario più celebre d’Italia si affina: annusare, raccogliere, intuire, collegare, simpatizzare e antipatizzare.
La voce del violino
Una giovane che vive in periferia, un artista appartato, un assassinio. A collegarli, un prezioso violino, scopre Montalbano, la cui vita privata si complica e la cui tranquillità vacilla perché c’è una decisione da prendere.
La gita a Tindari
Un triplice omicidio è avvenuto: un dongiovanni che vive al di sopra dei suoi mezzi e due anziani. Montalbano indaga tra i vecchietti. Indimenticabile e leggendaria la galleria dei pensionati in gita al santuario.
L’odore della notte
«Sì, a seconda dell’ora la notte cangia odore». Un caso anomalo, in cui il cadavere spunta in un secondo tempo e Montalbano si intrufola non essendo titolare dell’inchiesta: la scomparsa di un finanziere truffatore che sembra uscito dalle cronache. Mentre Augello si sposa e il commissario si sente vecchio.
Oltre ai polizieschi con il commissario Montalbano protagonista, Camilleri ha pubblicato un gran numero di romanzi e opere varie, tra cui con questa casa editrice: La strage dimenticata (1984), La stagione della caccia (1992), La bolla di componenda (1993), Il birraio di Preston (1995), Un filo di fumo (1997), Il gioco della mosca (1997), La concessione del telefono (1998), Il corso delle cose (1998), Il re di Girgenti (2001), La presa di Macallè (2003), Privo di titolo (2005), Le pecore e il pastore (2007), Maruzza Musumeci (2007), Il casellante (2008), Il sonaglio (2009) e La rizzagliata (2009).