Biancaneve, Il gatto con gli stivali, I tre porcellini, Pollicino, Il brutto anatroccolo, Hansel e Gretel, Riccioli d'Oro, Barbablù, Pic Badaluc, Giovannin senza paura, Kirikù e la strega Karabà: è possibile partire da questi racconti fantastici per indagare le riflessioni, le domande e i desideri dei bambini? Questo libro di Luigi Campagner, psicoanalista e scrittore, ha i piedi ben piantati nella quotidianità dei rapporti che si generano tra le mura domestiche, non meno che nei servizi per l'infanzia. Riscoprendo il contenuto simbolico di alcune delle fiabe più note e amate, nella consapevolezza che "ciascun testo fiabesco costituisce una possibile variazione del testo fondamentale dell'esperienza umana" (come scrive Pietro R. Cavalieri nella prefazione), il libro si pone al servizio della relazione come uno strumento utile ed efficace che, oltre a stimolare modalità interpersonali improntate alla cura e alla valorizzazione della competenza del pensiero del bambino, sa ascoltare, comprendere e guidare le ansie, gli interrogativi e le esperienze di genitori e operatori.
Che essere genitori sia un vantaggio è un'asserzione che suscita stupore, insieme a curiosità. L'idea oggi prevalente è di segno opposto: essere genitori si configura come difficoltà, problema, fatica, peso. Invece si tratta di un vantaggio concreto, reale: il figlio è colui che "ri-eccita" nell'adulto la posizione del ricevente; è colui che - se ascoltato e osservato al di fuori di griglie o schemi - è suscettibile di interrogare rispetto alla propria vita adulta, apportando un beneficio reale in termini di utilità e convenienza. Il libro nasce da un'intensa attività di cura, di osservazione, di ascolto, di formazione con i genitori, ai quali l'autore ha voluto trasmettere il nucleo della sua esperienza di psicoanalista e di padre, ovvero che accettare la "sfida del figlio" è sempre vantaggioso.