Nella nostra epoca la vita umana è continuamente minacciata fin dal principio: all’inizio dall’aborto, lungo il suo percorso dall’omicidio e alla fine dall’eutanasia. L’amore per la vita e la sua difesa da tutte le minacce di morte deve partire dalla presa di coscienza che la vita non è nostra, ma è un dono di Dio e noi siamo chiamati ad amministrarla secondo il piano divino, che deve essere anche il nostro, in preparazione alla vita eterna.
Perciò a noi tutti spetta la responsabilità di difenderla secondo i criteri stabiliti dalla bontà di Dio per il nostro bene e di collaborare con Dio affinché siano osservati questi princìpi, che sono dentro la coscienza di ogni essere umano e che la Chiesa di tutti i tempi propone attraverso l’evangelizzazione.
La volontà e i tentativi sempre più diffusi di rimuovere il Crocifisso dai luoghi pubblici dimostrano a che punto di secolarizzazione e materialismo sia arrivata l’Europa cristiana, nata, cresciuta e sviluppatasi sotto la Croce di Cristo. Eppure il Crocifisso non è il monopolio dei cattolici e dei cristiani, ma è di tutti i popoli della terra perché. Gesù Cristo disse infatti che quando sarebbe stato innalzato sulla Croce, “avrebbe attratto a sé tutti i popoli della terra” ed accettò di morire crocifisso per salvare non solo i cristiani, ma tutta l’umanità.