In collaborazione con ADISTA (settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religiosa) pubblichiamo le "parole rivoluzionarie" dell'autore Marco Campedelli, conosciuto come uomo e come prete che si schiera, anche a proprio rischio, con il suo pensiero. Con questo suo nuovo libro nasce un vocabolario disobbediente: ogni lettera dell'alfabeto coincide con parole che vengono definite attraverso uno sguardo che chiede un cambiamento, ma anche alle volte un po' sottosopra, un significato capovolto rispetto alla consuetudine. Anima, Bambini, Cospirazione, Costituzione, Funerale, Obiezione, Salvagente e tante altre, sono parte di un lessico rinnovato e poetico che l'autore propone ai suoi lettori.
Entrare nel Teatro di Eduardo come si entra in un mistero. È in fondo un percorso iniziatico. Immaginiamo nel mondo di Eduardo, "ultimo Re Magio", un Cristo che entra nelle sue commedie e si commuove, come un bambino. La sua è una poetica necessaria in un tempo di banalizzazione del pensiero. Un amore poetico e politico per la terra e il suo destino. Lo sguardo di Eduardo sui diversi e gli ultimi educa all'inclusione, alla convivialità; chiede riscatto per gli esclusi di oggi e per i morti di ieri. Un Teatro dove elaborare utopie possibili e da cui apprendere "buone pratiche" di giustizia. Con il desiderio di realizzare un possibile "paradiso in terra" piuttosto che rimandare tutto al Cielo... Prefazione di Adriana Valerio.
A partire da un intenso incontro con Dario Fo, il teologo, scrittore e burattinaio Marco Campedelli - cui Alda Merini dedicò "La clinica dell'abbandono" - ripercorre l'opera del premio Nobel, in primis "Mistero buffo", mettendo al centro la fragile quanto suggestiva ipotesi che Gesù avesse fondato una compagnia teatrale itinerante, fatta di pescatori, ex esattori delle imposte e donne, per trasmettere il suo messaggio rivoluzionario. «"E se Gesù avesse messo davvero in piedi un teatro? Una compagnia girovaga per raccontare il mondo alla rovescia?" Lo chiesi a Dario Fo al Castello di Sorrivoli. Fo, facendo gli occhi grandi, rispose "E perché no?". Un Gesù "figlio d'arte", del più grande drammaturgo dell'universo, un Gesù giullare, che svela i segreti di Dio mentre smaschera la macchina del potere: cosa avrebbe provocato il teatro del vangelo se non fosse stato censurato? Ripercorrendo l'opera desacralizzante di Fo, da Mistero Buffo a Lu Santo Jullare Francesco e non solo, mi sono messo alla scuola del teatro viaggiante del Nazareno, rivendicando uno spazio rispetto a un sistema teologico e a una macchina di potere che hanno continuato a nascondere la forza eversiva e rivoluzionaria del messaggio di Gesù» (Marco Campedelli).
Con prosa poetica, Marco Campedelli, per Alda Merini «don Chiodo», racconta la poetessa tra le memorie di un’amicizia interrotta dalla morte e il sogno, mai concluso, della sua utopia poetica. Seguendola nei suoi incontri e scontri con il divino, osservandola nel viaggio tra le pagine della Bibbia e nel suo amore evangelico per Gesù, ma anche in compagnia di poeti quali Garcia Lorca, Neruda, Pasolini e Turoldo.
«Un libro per rileggere, nelle insurrezioni e risurrezioni di Alda Merini, anche la nostra testarda voglia di rinascere. “Non dimentichiamoci”, scriveva Alda, “che la farfalla all’inizio è solo un bruco strisciante... io ho avuto questa gloriosa metamorfosi e ho messo finalmente le ali”».
Marco Campedelli
«Raccontare Alda Merini in presa diretta. Immaginare nei suoi versi il teatro poetico della sua vita. Salire sulla zattera del suo corpo narrante, che attraversa il mare della storia altra, quella dei folli e dei perduti. Accompagnarne il viaggio tra le metafore bibliche e nel suo innamoramento evangelico per quel Gesù, poeta, dal cuore di donna. Sentire il suo cuore innamorato da Maddalena e la sua indignazione nel cacciare i mercanti del tempio. Osservarla in compagnia del corteo che seguiva Gesù a Gerusalemme, sulla via della croce o tra le donne e i bambini, nelle osterie in cui Gesù spezzava il pane e ballava la vita. Così come in compagnia di Garcia Lorca, Neruda, Pasolini e Turoldo».
Marco Campedelli
Questo sussidio di catechesi è un utile strumento che offre spunti di riflessione sull’importanza del racconto nella catechesi.
Anche Gesù si esprimeva con dei racconti, le parabole sono, infatti, il racconto catechistico per eccellenza.
Ecco quindi un percorso in dieci capitoli per imparare a raccontare, a costruire un racconto, a fare del racconto una parte integrante dell’essere catechisti.
In appendice una sezione intitolata «Una comunità racconta», in cui sono presenti testimonianze di come i racconti possano nascere da una comunità che ascolta la Parola e la mette in pratica; segue la sezione intitolata «Il racconto si fa preghiera», da utilizzare soprattutto con i gruppi di giovani.
Punti forti
Sussidio agile, offre spunti interessanti da applicare come metodologia della catechesi.
Destinatari
Catechisti, educatori, insegnanti di religione.Animatori, parroci, coadiutori.
Autore
Marco Campedelli. (San Michele Extra, Verona 1964) discepolo del Maestro burattinaio Nino Pozzo (1901-1983), raccoglie e continua il suo Teatro Mondo Piccino fondato nel 1923. Prete nel 1989, ha conseguito un dottorato in teologia con un lavoro su Liturgia e Poesia. Parroco di San Nicolò all’Arena, insegnante di religione in un liceo classico, collaboratore dell’Ufficio catechistico della Diocesi di Verona, narratore.