"È nella pratica della preghiera che l'autrice 'manifesta la tenerezza, lo slancio, la commozione da cui è pervasa la sua esperienza orante, a tal punto da costituire il clima entro il quale si muove, nel giorno non meno che nella notte; nei tempi di raccoglimento non meno che nella dedizione agli altri'. Queste pagine ne offrono una conferma così vivida che il lettore 'si troverà, scorrendole con devota attenzione, egli stesso in preghiera. Che è, così ci sembra, il dono più bello che il presente volume racchiude' (p. Antonio Gentili).
Sono molteplici le angolature con cui accingersi alla lettura di queste pagine. Più che “lettura” sarebbe però meglio dire meditazione evocatrice di profonde risonanze interiori, poiché queste sono parole vissute che si collocano nel filone mistico.
“Nel primo libro ho spiegato minuziosamente come è iniziato questo prodigio e come è proseguito lungamente sempre nel silenzio voluto da Dio, fino al completamento dall’opera da Lui programmata. La mia esperienza di locuzione interiore è viva tuttora.[1] I dialoghi con Gesù, iniziati dopo un pellegrinaggio a Lourdes nel maggio del 1990, sono stati scritti fino al 1995 nel precedente libro già presentato. I dialoghi successivi, raccolti in questo nuovo libro iniziano dal 1996 e vanno al 2000” (Maria Stella Candela).
La perdita della figlia Beatrice segna per Maria Stella Candela l’inizio di singolari esperienze mistiche e carismatiche: per dono del Signore la figlia rimane presente nella vita della madre attraverso la locuzione interiore che, nel corso del tempo, è andata aprendosi a interlocutori d’eccezione, come Dio stesso, Cristo e Maria. Come per tutti i carismi, suscitati dallo Spirito Santo per il bene comune, anche il colloquio interiore di Maria Stella con la figlia e le voci celesti si traduce in un servizio d’amore verso il prossimo: i carismi sono per gli altri e quello che è stato donato a lei è un carisma di consolazione. Maria Stella si è fatta quindi portatrice di un messaggio di speranza volto a suscitare quell’abbandono fiducioso nei disegni divini così difficile da conseguire in cuori provati dalla morte prematura e traumatica dei propri cari.
Beatrice aveva ventitré anni quando Dio l’ha chiamata a sé, secondo il suo progetto, e il suo lavoro più importante e gioioso, ella l’ha ricevuto in dono dal Signore, che in virtù della sua grazia, le concede di renderci sempre più tangibile il mondo in cui vive e di guidarci alla scoperta dell’amore immenso e misericordioso di Dio. Le parole di questo libro dovute materialmente alla penna di una mamma, ma fatte riecheggiare nel suo cuore da una “Voce”, la voce della figlia accolta nel gaudio del Paradiso. “Sono qua per te e per la consolazione di tutti – le dice –; sono qua per raccogliere amore da donare agli altri”, così da risvegliare “questo bene d’amore e questa fede nel cuore di tutti”.