Dai testi inediti della Madre Anna Maria Cànopi (salita al cielo il 21 marzo 2019) un libro audace e solenne per indagare nel nostro io tutte le dimensioni dell’amore.
Un testo sorprendente, profondo e autentico per prepararsi alla solennità del Natale.
Questo volume offre i commenti ai Vangeli festivi dell'Anno B. Il taglio è volutamente meditativo e conduce il lettore a ravvivare la sua fede in Gesù, il Messia, il «Figlio di Dio!» (Mc 15,39). Vengono ora offerti come un aiuto prezioso a chi desidera approfondire i Vangeli della domenica e delle feste. L'autrice fa seguire al suo commento una preghiera: un invito a vivere nella luce della Parola ascoltata e accolta.
Rimettersi in gioco con la bellezza. In cammino con sant’Agostino al tempo del covid-19
introduzione: padre Andrea Dall’Asta s.j
presentazione: Dalla fine di febbraio 2020, con la diffusione del “corona virus”, l’occidente è entrato in un vortice di sofferenza e paura che, in poche settimane, ha fatto crollare le granitiche certezze antropologiche e gnoseologiche. I segni, che questa pandemia ha lasciato, resteranno scolpiti per molto tempo nella memoria delle persone. Fronteggiare la crisi antropologica causata dal covid-19 non sarà semplice, ma occorre iniziare a rimettersi in gioco. La ripartenza potrebbe venire da una riscoperta dell’essenziale. Questo significa andare incontro alla realtà, scorgendo nuovamente la bellezza del dono della vita e della creazione. Lo stop forzato alle nostre vite di questi mesi ci ha fermato dalle nostre corse frenetiche. Questa può essere l’occasione per frenare e imparare a guardare per contemplare, attraverso il pensiero, quella bellezza autentica che, nel colmare di senso l’esistenza, non smette di stupire e meravigliare il cuore di ogni uomo. Sant’Agostino, un gigante del pensiero occidentale, può fornire alla contemporaneità un itinerario integralmente umano, per ritrovare nella bellezza la chiave per rileggere la nostra vita interiore ed il nostro rapporto con il cosmo.
Luca Raspi, docente di IRC in un liceo Scientifico e di Legislazione Scolastica presso l’ISSR ligure, nasce a Genova nel 1980. È laureato in Filosofia e Psicologia e ha ottenuto il Magistero in Scienze Religiose. Collabora con l’Ufficio Diocesano Educazione e Scuola di Genova ed è “formatore dei formatori”. Autore di diversi saggi, in ambito filosofico (Rileggersi e narrarsi. L’esperienza nelle Confessioni di Sant’Agostino, Erga, Genova 2017), in ambito psicologico (Che Dio mi aiuti. Superare lo stress nell’insegnamento della religione, Elledici, Torino 2019) e di legislazione scolastica (Legislazione scolastica e Insegnamento della Religione, Glossa, Milano 2020). Ha pubblicato in equipe con altri due autori due Manuali di IRC per la Secondaria di Secondo Grado, (Impronte, La Spiga 2017 e Provocazioni, San Paolo – La Spiga 2020).
ANDREA DALL'ASTA, gesuita, dopo aver terminato gli studi di architettura a Firenze, entra nella Compagnia di Gesù nel 1988. Si laurea in filosofia a Padova, in teologia a Parigi e, sempre a Parigi, consegue il dottorato in filosofia estetica, dopo un anno di preparazione alla Columbia University di New York. È direttore della Galleria San Fedele di Milano dal 2002 e della Raccolta Lercaro di Bologna dal 2008 al 2019. Ha fondato a Milano nel 2014 il Museo San Fedele. Itinerari di arte e fede.
La sua attenzione è rivolta sia al rapporto tra arte, liturgia e architettura. È stato docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e insegna attualmente alla Sant’Anselmo di Roma. Scrive su Civiltà Cattolica e su alcuni quotidiani come Avvenire. Ha partecipato a importanti progetti come l’adeguamento liturgico della cattedrale di Reggio Emilia, la basilica di Santa Maria Assunta di Gallarate e la realizzazione dell’Evangeliario Ambrosiano. Ha fatto parte del comitato scientifico del Padiglione del Vaticano per la Biennale di Venezia (2013) ed è stato co-curatore della sezione Disegnare il sacro, alla Biennale di Architettura di Venezia (2014).
Tra i suoi ultimi testi ricordiamo:
- La mano dell’angelo. La Vergine delle Rocce di Leonardo. Il segreto svelato, Ancora, Milano 2019;
- Dio chiama con arte. Itinerari vocazionali, Ancora, Milano 2018;
- La luce, splendore del Vero, Percorsi tra arte, architettura e teologia dall’età paleocristiana al barocco, Ancora, Milano 2018
Dall'introduzione
Che cosa è la bellezza? Che cosa intendiamo per bello? Di certo, il «bello» è un concetto che oggi rimanda alla sfera della soggettività, per cui sembra difficilmente universalizzabile. Quante volte abbiamo sperimentato la difficoltà di condividere con gli altri il nostro giudizio su un oggetto, per noi bello, ritenuto invece dagli altri insignificante, se non brutto? O viceversa? Non solo, il suo significato è variato nel corso del tempo, accogliendo una sedimentazione di stratificazioni, d’influssi, provenienti da diverse culture, da differenti orientamenti filosofici.
Di fatto, dal punto di vista dell’estetica, la cultura occidentale è profondamente segnata dalla filosofia greca. Il bello, che sorge come da un caos abissale, si presenta come armonia, ordine, proporzione, simmetria.
Per Pitagora, attraverso un sistema di numeri, la bellezza si rivela nella perfetta articolazione delle parti, secondo un modello che imita l’ordine cosmologico dei cieli. È un bello oggettivo che si fonda sulla triade dei trascendentali del bello, vero, buono. Il bello si manifesta come luminosità, folgorazione, è splendido a vedersi, fa uscire da se stessi ed è guidato dall’eros, da un desiderio che ci guida dalla bellezza sensibile al mondo intellegibile, fino a condurci alla visione della bellezza assoluta, momento definitivo e conclusivo dell’on autentico, accadimento improvviso, rivelazione gratuita, contemplazione dell’unità del reale, visione immediata del pensiero.
Il legame bello-vero-buono diventerà la fonte ispiratrice della cultura occidentale. L’ordine cosmico sarà alla base della rivelazione della bellezza in Occidente, praticamente sino al XX secolo. Dalle forme greche a quelle romane, da quelle rinascimentali a quelle neo-classiche, tranne forse la parentesi barocca alla ricerca di nuove e inedite forme armoniche, il punto di riferimento è stata la Grecia, interpretata da ogni epoca nel desiderio di rivivere nel presente quella mitica età dell’oro che il mondo classico aveva incarnato in tutto il suo fulgore.
In ogni caso, la bellezza è sempre stata concepita in relazione alla trascendenza. Che si tratti di un ordine cosmologico o teologico, il bello rinvia infatti a un assoluto originario, a un mondo trascendente, interpretato da Plotino come casa del Padre o da Agostino come patria celeste, ultima destinazione, meta finale dell’uomo. Di fatto, a partire dalla teologia agostiniana, il cristianesimo porrà come sorgente di questa armonia Dio stesso, fonte da cui scaturisce ogni bellezza. La bellezza è una porta che si apre al senso dell’esistenza e invita a superare quella soglia perché contempliamo l’Infinito.
In questo contesto, in cui il tema della bellezza tesse un filo rosso tra i diversi momenti della storia dell’Occidente, si inserisce il bel libro di Luca Raspi, soffermandosi su un momento centrale di questa avvincente storia della bellezza: le riflessioni di Agostino d’Ippona. In un lungo percorso, in una continua e stretta relazione tra cammino esistenziale dell’Ipponate e speculazioni filosofiche e teologiche, Luca Raspi indaga il concetto di pulchritudo, partendo da un interrogativo centrale: in che modo è possibile «fare emergere la riflessione metafisica sulla bellezza nella struttura del creato, dalle realtà sensibili a quelle intellegibili, da quelle temporali a quelle eterne?».
L’autore è ben consapevole che ogni ascesa estetica non può fare a meno di un viaggio dell’uomo verso se stesso, verso Cristo, e infine, verso la Trinità. Con grande passione e competenza, Luca Raspi intraprende questo difficile percorso, dalle cose create al creatore, dagli esseri del mondo all’Essere che li fonda, citando Agostino stesso: «La terra è di una bellezza straordinaria; ma ha il suo artefice. Meravigliosi prodigi sono quelli dei semi e delle piante che nascono, ma sono cose che hanno il loro creatore. Contemplo la grandezza del mare che mi sta intorno, mi stupisco, ammiro; cerco l’autore. Levo gli occhi al cielo e alla bellezza delle stelle; ammiro lo splendore del sole capace di illuminare il giorno, e la luna che dirada le tenebre notturne. Sono meravigliose queste cose, degne di lode, anzi di stupore […]».
Giustamente, in questa lettura della filosofia agostiniana, tiene fermo un punto centrale necessario per comprendere il significato più profondo della bellezza. Se infatti il pensiero moderno, per definire il concetto di estetica, si riferisce a quella disciplina che studia il bello determinandone i caratteri nella natura e nell’arte, per il mondo classico la bellezza è considerata come elemento costitutivo dell’essere, insieme al vero e al buono, facendo parte della metafisica.
In questo continuo soffermarsi sulla necessità di pensare alla bellezza non semplicemente come a un prodotto dell’arte, ma a un aspetto costitutivo dell’essere, il testo di Luca Raspi lancia a ciascuno di noi un invito, perché ci lasciamo mettere in gioco dal «bello», affinché guardiamo le cose con uno sguardo diverso, non in termini di «consumo», come oggi siamo soliti fare, ma perché facciamo emergere quel desiderio di Dio inscritto nel più profondo della nostra vita. Occorre quindi riscoprire quella «bellezza tanto antica e tanto nuova», come proposta coraggiosa per vivere nella bontà e nella verità. La bellezza di un’esistenza… vera.
Andrea Dall’Asta S.J.
La Regola benedettina è un'icona che raccoglie la primizia ascetica del cristianesimo. Chi la conosce nel vasto quadro dei suoi riferimenti anteriori e l'ha meditata abbastanza a lungo possiede una delle chiavi principali per accedere alla conoscenza dell'animo umano. È come quel fiore di cui scrive Jorge Luis Borges, conoscendo il quale si accede alla conoscenza dell'universo. Il libro contiene conversazioni sulla gioia tra Abbadessa Anna Maria Cànopi e giornalista Mariella Carpinello.
Il testo raccoglie numerose testimonianze di chi, a vario titolo, ha avuto un rapporto singolare con Madre Anna Maria Cànopi. Di testimone in testimone - dal teologo, al poeta, allo studioso, all'amministratore, allo scrittore -, scorrendo le pagine, il lettore può scoprire il «tesoro» custodito dall'incontro con la Madre, che qui diventa condivisione e memoria. Tra coloro che hanno contribuito: Gianfranco Ravasi, Arnoldo Mosca Mondadori, Eugenio Borgna, Luigi Bettazzi, Nunzio Galantino, Guido Marini, Michael David Semeraro... A intrecciarsi, ricordi personali ed eventi ecclesiali che hanno contribuito a rendere Madre Cànopi una delle presenze femminili più significative della vita della Chiesa dal post Concilio ai nostri giorni. Libro-omaggio a Madre Cànopi.L'emergere di alcuni aspetti della vita della «Madre» non così conosciuti. Testo che saprà comunicare emozioni forti in chi l'ha amata, ma anche in chi non l'ha ancora conosciuta.
«L'esperienza della preghiera - scrive l'autrice all'inizio di questo libro - appartiene al mistero della persona, nella sua unicità, in relazione con un Dio personale. Per questo la preghiera, quella vissuta, non si può né descrivere né spiegare. È un'esperienza che nella sua profondità radicale rimane inesprimibile. Mi è quindi possibile soltanto cercare di darne qualche indizio, rischiando di complicare con le parole ciò che è estremamente semplice nella sua realtà».
Gesù, prima di spirare sulla croce volle lasciarci, come perle preziose di sapienza, sette parole nelle quali è concentrato tutto il suo messaggio d'amore per noi. L'autrice riporta, per ciascuna delle sette parole, un brano del Vangelo, una meditazione e una preghiera di supplica e di invocazione, per meglio interiorizzare i contenuti. Meditare su queste «parole» insieme con Maria ai piedi della croce è come immergersi nel grande mistero della redenzione e diventarne una fedele manifestazione in mezzo agli uomini del nostro tempo che tanto facilmente passano distrattamente accanto alla croce, assorbiti da altre parole che lasciano il vuoto nel cuore. Il testo è una nuova edizione motivata da un restyling del testo.
Un cammino intimo e delicato, per incontrare Gesù nel silenzio del cuore, alla scuola di un’anima che ha fatto della preghiera lo spazio per vivere l’amore di Dio e per donarlo ad ogni uomo.
Dai testi inediti della Madre Canopi (salita al cielo il 21 marzo 2019) un libretto profondo e autentico per prepararsi alla solennità dell’immacolata concezione con le icone del monastero Mater Ecclesiae.
L'autrice offre spunti, approfondimenti e riflessioni sulle pagine del Vangelo di Matteo proclamato nelle domeniche e feste dell'anno A. Con sapienza, offre orizzonti di speranza sul modo di vivere odierno, sempre alla luce della Parola di Dio. Al termine di ogni commento, l'autrice propone una preghiera che riflette la sua profonda frequentazione delle Scritture.