Giuseppe Capograssi (1889-1956), professore di filosofia del diritto e membro della prima Corte Costituzionale della Repubblica Italiana, si interroga nei suoi scritti sulla natura dell'autorità e sulla rivoluzione che l'annuncio cristiano ha operato su questo concetto che non si associa più solo all'idea di potere o di forza, ma anche a quella di "servizio della verità".
I Pensieri a Giulia sono stati pubblicati come opera postuma nel 1978-81 presso l'editore Giuffrè, che aveva in catalogo tutti i volumi editi e inediti dell'opera filosofica, a completamento delle Opere di filosofia giuridica. Capograssi infatti respira, per usare una nota metafora, con due polmoni: quello dello scienziato e quello dello scrittore. I Pensieri a Giulia sono un grande diario, nel solco della tradizione diaristica tra Otto e Novecento. Gli autori amati e più spesso citati da Capograssi sono Agostino, Dante, Pascal, Leopardi, Amiel, Kierkegaard. La pagina di Capograssi regge il confronto con la pagina dello Zibaldone. Quanto al contenuto, nei Pensieri si svolge da foglietto in foglietto il messaggio quotidiano di un uomo che celebra l' ordo amoris. C'è dello "stilnovo" in quest'opera che si distingue tra tanta letteratura d'amore moderna e contemporanea per una ricchezza, attinta anche al sentimento religioso.