Avevamo salutato la protagonista di "Quanti figli hai? Quando l'attesa di un bebè dura più di nove mesi" mentre provava a gestire la nausea e l'emozione per il fatidico ritardo. Cosa sarà successo, poi? Livia Carandente, con la sua solita ironia, tutta femminile ci riporta nelle vicende personali di questa donna, amica, sorella, figlia. Ci introduce nei suoi intimi pensieri che continuano ad orbitare attorno ai numerosi impegni, ai desideri e ai suoi monologhi di protesta: contro l'invadenza di certe domande impiccione, contro determinati schemi che la società ti appiccica addosso, contro l'indelicatezza di chi, pur di curiosare, non esita a camminare sulle tue ferite. Ma ci narra anche di un amore solido, di una fecondità di coppia che va oltre le circostanze e gli script imposti, di un legame che si intreccia, quotidianamente, tra risate e lacrime.
Una lettura intrisa di ironia, una storia tutta al femminile sul tema della ricerca dei figli che, talvolta, tardano ad arrivare. Sotto i riflettori una donna felice, amata e in carriera, la cui serenità comincia a scricchiolare quando nella sua vita compaiono, in numero esponenziale, pancioni, fiocchi e coccarde di benvenuto, nonché le domande indiscrete di amici, parenti e vicini di casa. La protagonista del romanzo si interroga sul senso del dolore di una mancata maternità, in un groviglio di contraddizioni, risate, lacrime e stupore...