Lo studio storico-giuridico di alcune province ecclesiastiche dell'Italia meridionale (Santa Severina, Otranto, Conza e Acerenza-Matera) mostra come anticamente l'ufficio ed il ruolo del metropolita non sia stato quello di un semplice primus interpares. Al contrario, viene dimostrata la superiorità e l'auctoritas di alcuni metropoliti sui loro vescovi suffraganei in virtù di consuetudini lungamente osservate. In particolare il volume è dedicato al diritto di spoglio esercitato da alcuni metropoliti sui loro vescovi suffraganei, diritto di natura consuetudinaria consistente nell'incameramento, da parte della mensa arcivescovile, di determinati beni mobili appartenuti ai vescovi defunti. L'opera analizza anche il rapporto tra la fiscalità metropolitica e la fiscalità pontificia facente capo alla Nunziatura di Napoli quale collettore delle entrate papali spettanti alla Reverenda Camera Apostolica. L'analisi delle fonti manoscritte inedite (di cui gran parte trascritte in integrum nell'appendice documentaria) e la lettura sistematica della legislazione e della giurisprudenza canonica e civile offrono l'occasione per conoscere uno dei più significativi istituti del diritto canonico precodiciale, la cui storia rende palpabile il divario tra legge universale e consuetudine in alcune porzioni di Popolo di Dio. Dalle vicende dello ius spolii pontificio e del metropoliticum spolii ius in suffraganeos episcopos emergono inediti scenari per la storia tra Chiesa e Stato.