Parlare di un modello di civil law, utilizzare cioè una denominazione inglese per designare i sistemi romanisti, è un'aperta provocazione. Il volume si sofferma infatti più sulle rotture con il passato che sulle continuità con il diritto romano: a differenza della famiglia di common law, quella di civil law è stata una famiglia rivoluzionaria.
Non è raro nel nostro tempo sentir parlare di dissoluzione dello Stato, come se fosse in atto una revisione radicale di vecchi concetti e si profilassero nuove formule di aggregazione sociale. Questo senso di dissoluzione si accompagna nel mondo occidentale con annunci e con formule del genere di fine della storia o di post-modernità che vanno assai oltre il più delimitato profilo dello Stato, non sembrano avere contenuti concettuali molto precisi, ma sono sicuramente tali da ingenerare un senso di indistinto pessimismo; nel nostro paese a questo senso di dissoluzione si aggiunge il disagio che deriva dalle frequenti analisi sconsolate relative alle disfunzioni dei nostri apparati pubblici. Si tratta di un quadro negativo che non sembra diffuso soltanto nei media della grande comunicazione, ma che spesso viene avvertito e descritto dagli studiosi del diritto pubblico. Così può quasi sembrare un andare felicemente controcorrente la pubblicazione di una ampia e solida trattazione del nostro diritto costituzionale nella quale non vengono messe in dubbio le istituzioni ed i procedimenti che vengono descritti.
Il diritto penale sta vivendo in modo convulso un tempo confuso. Il codice penale è oggetto di continue incursioni da parte del Parlamento e del Governo, che nella c.d. parte speciale risultano di volta in volta mirate a cancellare norme fondamentali per la tutela di interessi collettivi (è il caso del delitto di abuso di ufficio di cui all'art. 323) o a inasprire pene già severe o a introdurre nuove incriminazioni. Tale attivismo è poi causa di interventi della Corte costituzionale volti a correggere eccessi punitivi incompatibili con i principi di eguaglianza, colpevolezza e proporzionalità. Allo stesso tempo, si registra l'inerzia del legislatore su questioni di straordinaria importanza, attinenti al diritto di morire in rapporto all'art. 580 o ai crimini d'odio. In un siffatto contesto, pur consapevoli della precarietà della situazione, abbiamo avvertito l'obbligo di offrire ai colleghi e agli studenti un testo aggiornato.
Un manuale di Diritto pubblico serve anzitutto agli studenti che devono affrontare uno dei primi "scogli" del loro percorso universitario, di cui il Diritto è una componente spesso "faticosa". Con la ventiduesima edizione si è rinnovata totalmente l'opera, proprio pensando alle necessità degli studenti di oggi. A parte un riordino dei temi sviluppati nel testo che "alleggeriscono" lo studio, si è integrato il libro con la componente online, che presenta contenuti nuovi, tra cui mappe concettuali e centinaia di quiz, oltre agli approfondimenti in precedenza presenti nelle "finestre". L'ambizione che ha guidato la scrittura del libro e ha indotto ad aggiornarlo ogni anno da ventidue anni è di aiutare gli studenti a studiare e, auspicabilmente, di suscitare in loro interesse per la materia.
Un manuale di Diritto costituzionale serve anzitutto agli studenti che devono affrontare uno dei primi "scogli" del loro percorso universitario. Ma è un testo che continuerà ad accompagnare chi prosegue negli studi giuridici ed oltre, nella sua vita professionale. Per questo l'opera è stata concepita come uno strumento a più strati: quello basilare, fatto dei concetti fondamentali, e quello più approfondito, con i contenuti presenti nelle "finestre". L'ambizione che ha guidato la scrittura del libro e ha indotto ad aggiornarlo ogni anno da venticinque anni è di aiutare gli studenti a studiare e, auspicabilmente, di suscitare in loro interesse per la materia. La svolta dei venticinque anni è stata l'occasione per compiere scelte molto radicali. A parte un riordino dei temi sviluppati nel testo, si è integrato il libro con la componente online, che - oltre agli approfondimenti - presenta contenuti nuovi, tra cui mappe concettuali e quiz, che ben si adattano ai diversi "stili" di apprendimento degli studenti di oggi.
L'opera svolge un'indagine sul grado di tutela ed efficacia dei modelli giuridici che, a livello nazionale e regionale, disciplinano la possibilità di disporre di uno spazio per la preghiera e il culto. L'analisi prende le mosse dalla constatazione dell'incremento, nella realtà sociale, della richiesta di luoghi e strutture religiosamente qualificati, che per le loro caratteristiche urbanistiche e strutturali non sono immediatamente inquadrabili nella tradizionale categoria dell'edilizia di culto. Ciò provoca, naturalmente, la risposta dell'ordinamento, che nel processo di apertura a un interesse collettivo talvolta riesce, talaltra fatica a soddisfare con gli strumenti giuridici oggi disponibili tale ordine di richieste. Le soluzioni già ampiamente collaudate, come il possibile coinvolgimento di sempre nuove realtà confessionali nelle intese e in altri istituti giuridici, ma anche le nuove esperienze, come gli spazi multi fede, mostrano al riguardo evidenti criticità, che finiscono per impedire, o almeno per non favorire il pieno esercizio del diritto al culto, tanto individuale quanto collettivo. La rilevanza pubblica del problema sollecita a riclassificare la categoria dell'edilizia di culto, affinché non si finisca per includere e disciplinare ordinariamente secondo standard urbanistici impropri, per eccesso o per difetto, anche quelle realtà di rilevanza confessionale che, proprio per la loro caratteristiche all'interno dello spazio pubblico, incidono in modo inedito sul quadro urbanistico.
Il manuale di diritto della sicurezza sociale rappresenta l'evoluzione di quello pubblicato la prima volta nel 1965 e che vede ora la sua terza edizione da quando è stato inserito nella collana Scuola di giurisprudenza diretta dal prof. Enrico Gabrielli. La terza edizione è stata curata anche dal prof. Michel Martone che mi è vicino per tante ragioni e che già ha dato notevoli contributi allo studio del diritto del lavoro. Resta che il manuale continua a caratterizzarsi per la sua funzione di opera destinata agli studenti, utile però anche agli operatori del diritto, in quanto, da un lato, tiene conto della costante evoluzione della legislazione e della giurisprudenza e, d'altro lato, propone una ricostruzione concettuale dei singoli istituti nel tentativo di superare la farraginosa complessità della legislazione fornendo quelli che potrebbero essere strumenti utili alla sua interpretazione. A ciò si aggiunga che il manuale continua ad essere arricchito da riferimenti bibliografici utili non solo agli studenti che hanno interesse ad un approfondimento critico di istituti particolari, ma anche per quanti sono impegnati nella redazione di tesi e di tesine. Anche la copertina di questa terza edizione riproduce un dipinto rappresentante le tre età dell'uomo. Quel dipinto è stato scelto non solo perché molto suggestivo, ma anche perché, a ben vedere, esprime il senso del nostro sistema di previdenza sociale. Sistema, infatti, che coinvolge non solo chi, raggiunta oramai una certa età, gode di una pensione, ma anche chi, da adulto, concorre con il suo lavoro al finanziamento di quella pensione e, se non altro per questo, ha diritto a vedersi garantita analoga tutela per quando sarà vecchio. Chi lavora, però, ha anche interesse a che quella tutela sia ancora prevista per i suoi figli quando, a loro volta, lavoreranno. È questo il senso di quella solidarietà anche intergenerazionale che è la cifra determinante di un sistema di tutela previdenziale e assistenziale ispirato alla realizzazione dei principi accolti nella nostra Costituzione.
Il sentimento religioso dà vita ad una particolare esperienza dell'uomo di natura spirituale basata sulla fede o sulla comune credenza in un determinato patrimonio di valori dogmatici e dottrinali. Al di là delle sue specifiche estrinsecazioni personali, che possono assumere forma individuale o collettiva, la religiosità umana esprime una speciale "percezione" dell'Essere Supremo e delle realtà soprannaturali, e si proietta in maniera "pluridimensionale" sull'intera esistenza della persona umana, permeandone con la sua "forza vitale" (potenzialmente) ogni dinamica o vicenda temporale. Prova significativa della proteiforme manifestazione e "pervasività" dello spirito religioso è offerta dall'universo giuridico, nel quale le prime ed iniziali manifestazioni formali e materiali del diritto presentavano connotazioni di natura essenzialmente religiosa, ed erano circondate da un alone di "sacralità" che conferiva loro una rituale "solennità", insieme ad una particolare "autorità". Tanto che gli originari sistemi di relazione fra Stato e istituzioni religiose si basavano propriamente - sia pure con tonalità diverse - su una caratteristica fusione o sovrapposizione fra elemento civile e momento religioso, fra norma giuridica e precetto religioso, fra autorità politiche e soggetti confessionali. Il ruolo centrale riconosciuto alla «religione» nel quadro dell'evoluzione complessiva della civiltà umana sembra essere venuto meno nel momento in cui i principi del Cristianesimo - i quali hanno definitivamente distinto, sul piano istituzionale, fra «politica» e «religione», e, dunque, fra sfera temporale e dimensione spirituale - sono giunti ad un particolare punto di maturazione storica. Tale fenomeno sembra essersi verificato esattamente quando il pensiero cristiano si è in parte riversato in alcuni singolari movimenti di pensiero, di carattere umanistico, che hanno attraversato il cuore della storia europea dal Rinascimento in poi. L'affermazione di queste correnti ideali, le quali, insieme all'apporto di altri diversi fattori, hanno sostanzialmente contribuito alla formazione del "codice genetico" della civiltà "occidentale", è stata parallelamente accompagnata dal tentativo culturale di separare l'esperienza religiosa dalla vita dell'uomo. Tuttavia, nonostante il diffuso radicamento "intellettuale" di questa tendenza laicista, l'obiettivo di emarginare lo spirito religioso dal tessuto sociale non è stato completamente raggiunto. Anzi, ad un certo punto della sua parabola evolutiva, l'orientamento culturale teso a "marginalizzare" il fenomeno religioso dal punto di vista sociale è entrato in crisi per diverse ragioni, fra le quali principalmente quella di non sono essere stato in grado di offrire all'uomo dei solidi supporti assiologici di carattere "alternativo": ossia dei consistenti "criteri ultimi" di riferimento, capaci di sostituire validamente, nella comune "ricerca di senso" della vita e del mondo, gli ideali e i valori assoluti dello spirito espressi in modo rilevante dal patrimonio di fede delle diverse credenze religiose.
La sesta edizione di Economia pur collocandosi in continuità con le precedenti presenta diverse novità rilevanti. Il manuale continua ad essere pensato per insegnamenti tenuti in tutti i corsi di laurea e particolarmente in percorsi di studio in cui l’economia politica e la politica economica hanno un ruolo formativo-culturale generale in collegamento con altre materie delle scienze storiche, giuridiche, politico-sociali e statistiche.