Flavio Caroli - invece di compilare una semplice cronistoria degli avvenimenti artistici degli ultimi due sècoli - racconta, attraverso le opere, i cambiamenti e le rivoluzioni, mettendo in luce i continui rapporti con la tradizione pittorica del passato. L'analisi, che inizia con il Romanticismo visto come punto di rottura con le convenzioni della spazialità "classica", si evolve in quattordici capitoli, ognuno dei quali prende in esame una delle tendenze della pittura contemporanea, in sintonia con le ricerche dell'uomo sui fondamentali quesiti dell'esistenza. Il "concetto di "avanguardia", che ha origini sociologiche più che strettamente estetiche, è messo tra parentesi e l'arte contemporanea viene vista come un prisma in cui ogni faccia si identifica con le risposte primarie che i grandi artisti hanno saputo dare a un mondo che evolvendosi tecnologicamente ha moltiplicato, anziché cancellare, enigmi e interrogativi sui quesiti della conoscenza.
È possibile descrivere lo spirito della civiltà occidentale, così come si è evoluto con mutamenti vertiginosi nel corso del XX secolo, attraverso venti capolavori dell'arte? L'impresa è senza dubbio temeraria, e non priva di insidie che potrebbero indurre a forzature o interpretazioni arbitrarie. Ma Flavio Caroli, da sempre interessato a indagare i fondamenti primari del "pensiero in figura", accetta la sfida. Ed ecco allora che, dopo aver tratteggiato i volti dell'uomo e della natura nelle sue molteplici manifestazioni artistiche, delinea un nuovo volto che in qualche modo li racchiude. Un'immagine essenziale e al tempo stesso complessa, un poliedro a venti facce: venti opere da Van Gogh a Warhol. Tra fine Ottocento e fine Novecento l'impulso innovativo dell'arte ha subito accelerazioni inaudite, dissacrando, rinnegando, stravolgendo il punto di vista sulla realtà e tuttavia, una volta esauritasi la violenza di tale eruzione, ha riscoperto, in una visione rinnovata, le radici di quella tradizione che intendeva estirpare. Non a caso i venti capolavori prescelti, celeberrimi e di valore universale, sono da considerare archetipi, motori originari di "tutto ciò che si è mosso nell'immaginario occidentale": fra questi, "La notte stellata" di Van Gogh, "La Dame" di Matisse, "Primo acquerello astratto" di Kandinskij, "Guernica" di Picasso, "La città che sale" di Boccioni, "Le Muse inquietanti" di de Chirico, "Murale" di Pollock, "Trenta è meglio di una" di Warhol.
Nel primo saggio Caroli illustra come la luce ha contribuito alla diversa evoluzione della pittura negli artisti di ambito italiano e in quelli di origine fiamminga e nordeuropea: la luce quindi come forma simbolica della visione del mondo occidentale. Oggetto del secondo scritto è invece l'anima, in un viaggio affascinante nell'interiorità dell'uomo e nella sua consapevolezza di sé; una consapevolezza man mano tradotta in pittura introspettiva, in cui l'occhio dell'artista scruta nelle fattezze umane le passioni e i moti dell'anima. La terza riflessione è dedicata alla pittura come socialità, narrazione ed espressione del mondo inteso come "scena sociale" in un'epoca, il Settecento, in cui l'attenzione dell'artista si rivolge proprio all'affascinante intreccio delle relazioni umane. I testi sono corredati di oltre cento illustrazioni che guidano puntualmente il lettore attraverso la trattazione.
Il desiderio di Flavio Caroli di risalire alle origini del dialogo tra Oriente e Occidente nasce dalle innumerevoli sollecitazioni del mondo globalizzato: un dialogo, talora divenuto scontro, dalle radici antichissime. Attraverso numerosi esempi dall'antichità a oggi, l'autore traccia una mappa che partendo dall'Impero romano d'Occidente e d'Oriente incontra l'Islam, la cultura ebraica, il buddhismo delle origini e la sua diffusione in India, Cina e Giappone; si sofferma sul Settecento che, con le mode orientaliste in Occidente e l'arrivo di Giuseppe Castiglione in Cina, vede il primo vero scambio culturale fra i due mondi. Nell'Ottocento, con la diffusione delle immagini giapponesi in Occidente e la contemporanea apertura dell'Oriente verso ovest, gli incontri danno vita a un tessuto che si infittisce sempre più, soprattutto dopo Van Gogh, fino ai giorni nostri e alle infinite occasioni di uno scambio planetario.
Nel percorso compiuto dall'arte per raffigurare il corpo, il volto e l'anima dell'uomo, l'immagine dell'amore occupa un ruolo centrale. Se la letteratura e la filosofia hanno da affrontato il tema con straordinaria profondità, le arti visive hanno dovuto concentrare tutto nell'istante di una sola immagine; per questo sono state a lungo attratte dall'eros. Più arduo si è rivelato il cammino che ha portato alla raffigurazione delle infinite sfumature dell'amore attraverso le fattezze umane, ma la pittura e la scultura si sono dimostrate all'altezza della sfida, dando vita a veri e propri capolavori di introspezione psicologica. Flavio Caroli ci accompagna in un viaggio che prende le mosse dalla sensualità pagana degli affreschi pompeiani e ha il suo punto di svolta con Leonardo da Vinci. Giorgione e Raffaello sono gli artisti che "scolpiscono" per la prima volta la psicologia nei volti dell'amore. L'amore sacro e quello familiare del Cinquecento, l'amore naturale della pittura seicentesca e settecentesca, l'erotismo lieve e carnale di Antonio Canova e quello magico e intenso di Francisco Goya, il bacio romantico e risorgimentale di Francesco Hayez, l'ossessivo tentativo di cogliere l'invisibile attraverso il visibile di Edgard Degas, segnano le tappe di un percorso che vedrà le sue colonne d'Ercole sulla soglia del XX secolo, quando l'inconscio freudiano entrerà con prepotenza nella cultura occidentale.
Flavio Caroli, storico dell'arte fra i più noti e accreditati in Italia, disegna un grande affresco che parte dal Rinascimento e giunge fino ai giorni nostri. Compendio di oltre trent'anni di riflessioni sull'arte di un grande studioso, il libro appaga quel bisogno di magia nella lettura dell'opera d'arte, che è la grande richiesta del pubblico colto di oggi. Caroli legge e narra, in questo volume, oltre 600 capolavori che appartengono al nostro immaginario. "Si va a vedere l'arte per capire il passato, ovvero per cogliere il senso più profondo della nostra esistenza": a partire da questa considerazione, che spinge il grande pubblico a visitare numeroso le mostre e i musei, Caroli coinvolge il lettore in un racconto avvincente attraverso i cinque secoli chiave della storia dell'arte occidentale.
Dopo il successo di Tutti i volti dell’arte, Il volto di Gesù e Il volto e l’anima della natura, Flavio Caroli affronta il tema della rappresentazione dell’amore nell’arte occidentale. Dalla pittura dell’antica Roma al Rinascimento, dal Romanticismo all’Impressionismo, dal Cubismo all’Astrattismo l’amore non è stato solo uno dei temi che hanno ispirato i più grandi artisti, ma la sua iconografi a ha scandito duemila anni di storia dell’arte e della cultura, anticipando movimenti e lineamenti della nostra civiltà. Se la rappresentazione del “volto della natura” è un percorso in ciò che è esterno alla “pupilla umana”, la storia dell’immagine dell’amore è un viaggio interiore, attraverso il corpo e l’anima: l’amore è lo specchio attraverso cui l’uomo riflette le proprie passioni, il sentimento verso gli altri e il senso stesso della propria vita. Un libro riccamente illustrato, che si legge come un racconto, pieno di curiosità, aneddoti e dettagli illuminanti.
L'arte figurativa coincide da sempre con lo spirito di una civiltà. È una finestra aperta sul visibile e sull'invisibile, accompagna da millenni le conquiste filosofico-scientifiche e spesso le anticipa. In Occidente la sua evoluzione si snoda lungo due grandi percorsi. Il primo è interiore, e nella sua ricerca introspettiva esplora il corpo, il volto e in definitiva l'anima dell'uomo. Il secondo è un viaggio in tutto ciò che è "esterno alla pupilla umana", e dunque soprattutto nella natura, principale referente di ogni creatura. La rappresentazione della natura diviene così lo specchio attraverso cui l'essere umano riflette le sue passioni, la sua visione del mondo e il senso stesso della sua esistenza. Al punto che in epoca romantica gli artisti conieranno l'espressione "paesaggio - stato d'animo" che riassume con inequivocabile chiarezza l'essenza di un itinerario dalle infinite diramazioni, che comincia a delinearsi già secoli prima e conoscerà in seguito svolte decisive e traumatiche. Flavio Caroli ci guida in questo ultimo percorso per mostrarci l'"altra faccia della luna", quella complementare alla raffigurazione umana nell'arte. Tratteggia quindi il volto della natura, ma insieme anche l'anima, giacché la meta è sempre il cuore dell'uomo occidentale che oscilla costantemente tra i poli di Ragione e Tragedia, pilastri fondanti della nostra civiltà. Il suo racconto muove dalla percezione razionale e pagana del visibile nella pittura romana; attraversa le grandiose allegorie di affreschi e codici miniati medioevali, in cui la natura è vista come una meravigliosa emanazione del divino; dà conto delle rivoluzioni della modernità, dalla scoperta della pittura a olio, capace di far risplendere la luce in ogni corpuscolo della composizione, e della prospettiva, fino alla "camera ottica" dei vedutisti veneziani; indugia sui grandi precursori di una visione moderna e drammatica del paesaggio come Leonardo, Giorgione, Lotto, Rubens, Rembrandt e Goya, nei quali irrompe già la luce "attimale" che sarà propria degli impressionisti. Da Monet in poi l'artista non vedrà più con gli stessi occhi: il punto di vista si farà molteplice, frammentato e l'anima dilaniata e perduta dell'uomo contemporaneo diventerà paesaggio incendiato dal colore puro di Van Gogh o dal gesto fulminante di Pollock. E, infine, l'autore non manca di evocare i capolavori di maestri del cinema come Michelangelo Antonioni, Stanley Kubrick, Ridley Scott che ci conducono verso la visione naturale del futuro. Futuro in cui, ancora una volta, la natura sarà lo scenario d'elezione dell'eterna lotta fra "la volontà inesausta degli esseri umani di padroneggiare il visibile e il dramma che è parte inevitabile del loro destino".
Flavio Caroli si è interrogato sui vari modi di rappresentare Gesù, curiosità nata da ragazzo confrontando il Cristo con la barba del Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini con quello imberbe dei mosaici ravennati di Sant'Apollinare Nuovo e del mausoleo di Galla Placidia. Sollecitato da tale contrasto, l'autore ripercorre la tradizione iconografica millenaria che vede il Figlio di Dio raffigurato ora simile a un giovane Apollo ora nei panni di un uomo maturo, con barba e capelli lunghi. Passando dai primi affreschi paleocristiani a Cimabue, da Piero della Francesca a Michelangelo, da Gauguin a Warhol, da Pasolini a Olmi, "Il volto di Gesù" ripercorre in modo appassionante quasi venti secoli di storia dell'arte raccontando come pittori, scultori e registi hanno risposto al mistero delle sembianze di Cristo. Una sfida all'immaginazione, poiché "anche le immagini che produrrà su di lui la fantasia del futuro non saranno né oggettive né innocenti. Saranno le immagini del Gesù di cui avrà bisogno il mondo di domani".
Lo storico dell'arte Flavio Caroli e il giornalista Lodovico Festa ripercorrono lo sviluppo dell'arte occidentale nelle sue peculiarità, proponendo stimoli e spunti di discussione in un dialogo aperto, non specialistico, ricco di racconti e aneddoti. L'osservatorio privilegiato della creatività artistica consente infatti di sondare nel profondo la complessità del mondo contemporaneo. Attraverso gli innumerevoli volti dell'arte, ecco allora profilarsi i lineamenti della civiltà occidentale, fino a delineare lo spirito controverso del nostro tempo in pagine che entrano nel corpo vivo del mercato dell'arte, dei rapporti fra pittura e cinema e delle ultime avanguardie.