«Smettiamola di affamare la sanità pubblica e cominciamo, invece, a nutrirla come mai è stato fatto. Serve non già un ordinario piano di misure straordinarie, ma uno straordinario piano di misure ordinarie. Ecco cosa ci ha insegnato la terribile esperienza della pandemia.» La salute è un diritto supremo e inviolabile: basterà la catastrofe del Covid-19 per ricordarcelo? Con una nuova introduzione incentrata sull'emergenza coronavirus, Carraro e Quezel aggiungono un capitolo cruciale al racconto di una sanità schiacciata fra il tornaconto politico e gli interessi dei padroni della salute. Per la prima volta vengono svelati i meccanismi occulti che hanno reso tale lobby così potente in questi ultimi vent'anni, a danno dei cittadini. La white economy si garantisce utili milionari attraverso polizze irte di cavilli; rifiuta di assicurare medici e strutture ospedaliere perché non rendono abbastanza; lucra sull'eldorado della sanità integrativa. Tutto ciò mentre milioni di italiani rinunciano alle visite specialistiche per mancanza di risorse. E adesso? Dobbiamo fare un passo indietro finché siamo in tempo, tornando alla Costituzione. Solo rendendo la salute il primo obiettivo di ogni politica economica si potranno fronteggiare con efficacia le emergenze future.
Sempre più spesso le compagnie rifiutano di assicurare medici e strutture ospedaliere, rischiando di far saltare un sistema di tutele e garanzie perché non rende abbastanza. Ciò che fa guadagnare è invece il nuovo Eldorado della sanità integrativa. Intanto circa 10 milioni di italiani non si sottopongono a visite specialistiche per problemi economici. A quarant'anni esatti dalla nascita del Sistema sanitario nazionale (1918), la testimonianza dall'interno di Carraro e Quezel (entrambi da tempo impegnati nella lotta contro le assicurazioni per difendere i diritti dei cittadini danneggiati e non risarciti) ci consegna il racconto di un mondo sommerso nel quale la salute è schiacciata tra tornaconto politico e interessi privati.