"Ricordò il mappamondo di cartone che c'era a scuola. Una sfera così grande che a malapena si reggeva sul supporto di legno. A guardarla era facile sapere dove si trovava la piana, perché le dita di varie generazioni di bambini avevano consumato la superficie, anno dopo anno, fino a cancellare il paese intero e il mare che lo circondava". Rannicchiato sul fondo di un nascondiglio, un bambino ascolta le grida degli uomini che lo cercano. Quando se ne vanno, davanti a lui si apre una pianura sconfinata e arida, che dovrà attraversare se vorrà allontanarsi una volta per tutte da ciò che lo ha indotto a fuggire. Una notte il suo cammino incrocia quello di un vecchio capraio e da quel momento per entrambi nulla sarà più lo stesso. Un bambino, un capraio, un ufficiale di giustizia: è tutto così scarno e essenziale in questo romanzo da assumere una dimensione mitica; una storia commovente che è solo la superficie di un oceano profondo, oscuro e carico di suggestioni, al cui centro si staglia la figura di un bambino in fuga. Un racconto senza tempo, ambientato in un luogo legato alle radici mediterranee e alla memoria di tutti noi, che fa tornare il lettore bambino.