Grazie al ritrovamento recente di migliaia di documenti inediti negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, gli autori ricostruiscono gli avvenimenti che vedono i nazifascisti impegnati nel tessere in Italia una fitta rete di spionaggio e di sabotaggio (la "Rete Invasione" ideata da Himmler e Schellenberg) già all'inizio del '43. Vi sono implicati, a macchia di leopardo, formazioni militari e paramilitari, sia nella Rsi sia nell'Italia liberata, destinate a operare ben oltre il 25 aprile 1945. A partire dal 1944 l'intelligence angloamericana avvia contatti sotterranei con organizzazioni ed elementi salotini: l'obiettivo è bloccare la nascente democrazia italiana che ha tra i suoi capisaldi il Comitato di liberazione nazionale (Cln). A questo processo partecipano in modo attivo Eugenio Pacelli (Pio XII) e i suoi più stretti collaboratori, tutti interessati a imprimere alla storia d'Italia una svolta autoritaria e atlantista. Vaticano e Stati Uniti creano un modello complesso governato da componenti clericali e conservatrici. Ai livelli intermedi troviamo le mafie meridionali, gli ex monarchici, i neofascisti ed elementi di spicco della criminalità comune.