Prakash, Alì, Karima ed i loro figli li incontriamo sul pianerottolo, mentre aspettiamo l'ascensore o sull'autobus o al supermercato mentre scelgono prodotti come quelli che cerchiamo noi. Ogni mattina entrano a scuola con i nostri figli. In alcune classi, addirittura, sono più loro con quei nomi esotici e con la pelle che tradisce la provenienza da un altro mondo che ci è arrivato fino alla porta di casa, con le fantasmagorie di colori, odori, idiomi, con le feste che non conoscevamo.
I flussi migratori, nel loro procedere inarrestabile, continuano a ridisegnare la geografa sociale del globo, facendo sembrare il mondo sempre più piccolo, sempre più villaggio globale. Chi emigra porta sempre più piccolo, sempre più villaggio globale. Chi emigra porta uno stile di vita, una lingua, un suo modo di essere: tutti aspetti che affondano le radici nella cultura dei popoli e anche nelle loro religiosi, parti integranti e imprenscindibili delle culture stesse.