«LA ‘NDRANGHETA È COME UNA PIANTA O UN ALVEARE SILENZIOSO, ARRIVA E TU MANCO TE NE ACCORGI, MA SE C’È IL TERRENO GIUSTO GIÀ S’È MANGIATO MEZZA TERRA TUA.»
La ’ndrangheta ha contagiato il Nord. Il suo impero invisibile ha preso il controllo di un sistema economico che si riteneva immune. O che diceva di esserlo. Quello raccontato da Giuseppe Catozzella non è un potere di sole stanze dei bottoni, ma una macchina brutale e intelligente che batte le strade, si impossessa dei bar di periferia e dei locali alla moda, usa le aziende pulite per riciclare denaro sporco e i cantieri edili per riempire il sottosuolo di veleni, gestisce l’enorme traffico della cocaina. Si insinua nella vita sociale di un intero Paese e si nutre delle sue debolezze. Il protagonista di questo libro la ’ndrangheta del Nord l’ha vissuta in prima persona e ne porterà per sempre i segni addosso. Ha conosciuto l’alveare e le sue vittime. Ha seguito Pasquale, che era amico di suo padre, nel percorso criminale di affiliazione a un clan; è stato il compagno di banco di Vincenzo, che comandava la scuola perché appartenente alla cosca che aveva in mano il quartiere; ha amato l’anziana zia Severina, che per anni non è uscita dal suo bilocale per difenderlo dalle famiglie che rivendono le case popolari; ha conosciuto il lavoro clandestino dentro gli sconfinati gironi dell’Ortomercato di Milano. Alveare è una lotta corpo a corpo tra realtà e verità: un’inchiesta che nasce dalla vita vissuta e un romanzo che inquieta perché non inventa nulla.
GIUSEPPE CATOZZELLA è nato nel 1976 a Milano. Nel 2008 ha pubblicato Espianti (Transeuropa). Collabora con “L’espresso” ed è tra i curatori del portale Milanomafi a. Nel 2010 ha vinto il premio Gavinelli, assegnato dall’Ordine dei Giornalisti.
Una setta segreta di suicidi, le Sfingi. Tutti appartenenti all'alta società, stanca e corrotta. Un funzionario del Ministero degli esteri. L'omicidio di una ragazzina, sua figlia. Un fascicolo dei servizi segreti che prova che l'uomo nato con Edipo è davvero morto: l'uomo non è più che carne da macello. Il giovane Livio passerà suo malgrado attraverso tutto questo, e attraverso la scoperta di un Sud non corrotto, sfiorando l'amore per una quattordicenne e finendo realmente sulle acque del fiume indiano invisibile, la terza via che cercava dentro di sé. Ispirato a una vicenda reale, un'indagine della magistratura italiana sul traffico di organi dall'India ad alcune cliniche del nostro paese ancora in corso di svolgimento, il libro stilisticamente e filosoficamente fondato di un giovane autore sulle tracce, alla maniera di "Gomorra" di Roberto Saviano, della via italiana al romanzo socio-psichedelico contemporaneo.