Le avventure comiche e sentimentali di Charlot, eterno vagabondo, accorso nel Klondyke per partecipare a una sfrenata corsa all’oro. Un film considerato tra i più grandi della storia del cinema. Molte le sequenze celebri tra cui la danza dei panini, la scarpa bollita con contorno di lacci, la casa in bilico sullo strapiombo, il cane che rincorre il gatto durante il ballo di gala, ecc.
Presentato in questa edizione nell’ultima versione rieditata con l’aggiunta del sonoro (Disco 1) e nella versione muta originale restaurata (Disco 2).
La critica
Il tempo deciderà; e dirà se lo scroscio di risa che accompagna oggi il corpo di Charlie Chaplin sporgente sull’abisso sia lo stesso che sollevano le cadute di Ridolini; o se abbia in sé alcunché di più doloroso e consapevole, come pensano taluni, come penso io stesso talvolta.
Eugenio Montale Solarla 31927
Credo che non sarebbe realizzabile altrove, né a teatro, né in uno spettacolo di varietà e nemmeno in un film, senza Chaplin. Questo artista è un documento che agisce da oggi con la forza degli avvenimenti storici
Bertolt Brecht Cinema Nuovo, marzo-aprile 1973
Se si resta in superficie si può ridere delle avventure di quell’omino buffo con i baffetti, il bastoncino, i pantaloni troppo corti per arrivare fino ai piedi. Ma appena ci si ferma a riflettere, se si guarda un pochino più in profondità, si trova un’altra storia quasi sempre tragica, quasi sempre carica di tristezza e di commozione
Walter Veltroni Dizionario sentimentale di film, 1988
In un piccolo villaggio del sud della Francia, Marie e Jean decidono di partire per Parigi, dove potranno amarsi, liberi dai pregiudizi delle rispettive famiglie. Per una serie di circostanze indipendenti dalla sua volontà, Jean non riesce
a raggiungere la donna che, credendosi abbandonata, parte da sola per Parigi dove diventerà prostituta di lusso. Quando Jean la ritrova, per la vergogna Marie non accetta di tornare con lui...
Note
Il primo film indipendente di Chaplin segnò un vero insuccesso di pubblico ma ottenne l’entusiasmo dei critici che parlarono di capolavoro. Non una consolazione per Charlie Chaplin che riteneva quello del pubblico il solo giudizio valido.
Ispirato dalla figura di Peggy Hopkins Joyce, ballerina celebre anche per i numerosi matrimoni con uomini miliardari che Chaplin aveva conosciuto personalmente, il film è ambientato in Francia, per non urtare la suscettibile alta società americana..
Charles Chaplin scriverà una sceneggiatura per il film nel 1976. Sarà il suo ultimo lavoro in uno studio cinematografico.
Charlot, operaio in un grande complesso industriale, estenuato dal ritmo frenetico di lavoro, perde la ragione. Ricoverato in una casa di cura, viene dimesso qualche tempo dopo per finire però quasi subito in prigione,...
Charlot, è un vagabondo dal cuore d’oro. Innamorato di una ragazza cieca, salva dalla morte un ricco milionario che, per riconoscenza, è disposto ad aiutarlo. Viene ospitato nella casa del benefattore, ma è accusato ingiusta- mente di furto. Dovrà scontare alcuni mesi di carcere. All’uscita troverà la ragazza che ha acquistato la vista grazie ad una operazione.
Una ragazza sedotta e tradita, esce da un istituto di carità, dove ha messo al mondo un figlio. Ella decide di abbandonarlo, ma vorrebbe che il bimbo avesse un avvenire sicuro e felice: dopo molte esitazioni lo lascia nell'interno di un'automobile di lusso. Due ladri rubano...
Charlot, assunto come inserviente in un circo, suscita, con i suoi gesti maldestri, l'ilarità del pubblico che, richiamato dalla sua presenza, accorre sempre più numeroso. Pur senza saperlo diventa ben presto l'attrazione numero uno dello spettacolo, ma...
Il film, la cui prima edizione è del 15 ottobre del 1940, rappresenta una forte satira di Adolf Hitler e del movimento nazista tedesco.
Il grande dittatore, per alcune sue peculiarità, è considerato un evento straordinario.
È il primo film sonoro di Chaplin e segna la scomparsa del Vagabondo che aveva nella pantomima il suo linguaggio universalmente compreso e ricono- sciuto.
Il secondo aspetto straordinario è rappresentato dalla coraggiosa sfida lanciata al suo coetaneo Adolf Hitler (solo quattro giorni dividono le loro nascite) che stava trascinando il mondo verso la catastrofe.Al termine della Seconda guerra mondiale Chaplin confessò che se, all’epoca delle riprese, avesse immaginato la realtà del nazismo e dei campi di concentramento, non se la sarebbe sentita di girare un film su quei crimini.