Per Chesterton il matrimonio “non è un’indagine, o un esperimento, o un incidente”; è un voto, un giuramento. E il giuramento è un limite, una finestra. L’unica finestra dalla quale affacciandosi l’uomo possa comprendere il senso della propria vita e della Storia. Chesterton ci racconta dell’amore come un ponte lanciato sull’abisso che si stende tra l’uomo e la donna. Uno dei pochi ponti antichi e coraggiosi sopravvissuti e distesi a sorreggere la nostra civiltà, ma anche l’unico innato nell’anima umana. L’unico in grado di resistere al potere. L’amore pieno di passione per la vita, l’amore cardine e frutto di realismo, decisione e lealtà.
In questa raccolta di brevi saggi, Chesterton attacca da par suo la “conquista” fondamentale dell’epoca moderna: la “liberazione” dell’uomo “comune” dalla religione, dal principio di autorità, dalla tradizione. Molti i temi affrontati: dalla deriva della scuola al declino del patriottismo, dalla assolutizzazione della libertà individuale all’“invenzione” della volgarità, dalla corruzione del linguaggio alla banalizzazione della ragione. Chesterton trasforma la cronaca in uno stimolo per un ragionamento più ampio, che anticipa molti aspetti della crisi culturale di oggi.
G. K. Chesterton concibe este Santo Tomás de Aquino como un libro en conexión con su San Francisco de Asís. Se trata de personajes casi contemporáneos que navegan con el mismo rumbo pero en naves completamente diferentes. Aunque sólo sea por el aspecto físico: uno es un italiano flacucho y menudo, y el otro es un italiano gordo y enorme. Pero es que son dos «avatares» de lo mismo.
Esta brillante biografía que tomistas de la talla de Jacques Maritain o Etienne Gilson la han calificado como el mejor libro jamás escrito sobre el Aquinate, ofrece una visión de conjunto amena y rigurosa del buey mudo de Sicilia. Sin duda, la lectura de este libro no deja indiferente
Raggiungendo la Palestina dall’Inghilterra, Chesterton risale il corso della storia, indagando la natura profonda del contrasto che oppone Oriente e Occidente, lo spirito del cristianesimo e quello dell’islam.
A Gerusalemme, nel cuore di una terra attraversata anche allora da forti contrasti ma ricca di inaspettate opportunità di confronto, l’autore contrappone l’autenticità religiosa e la fede sincera dei suoi abitanti di diverse confessioni allo sterile agnosticismo, all’indifferente materialismo e allo spietato opportunismo politico dei suoi tempi.
Dalla città prende poi spunto per una brillante apologia delle Crociate, da molti giudicate (ai suoi tempi come ai nostri) una dimostrazione dell’aggressività occidentale e non piuttosto della fede e degli ideali di tanti valorosi combattenti, che si opponevano al dilagare degli eserciti musulmani.
Analizza infine il problema ebraico, che – molti anni prima della nascita dello stato di Israele – è già oggetto di dibattito e di contrasti. Il suo giudizio lucido e disincantato, talvolta apertamente provocatorio, lascia però intravedere una profonda speranza nell’uomo e nella possibilità di una soluzione equa.
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici, Ortodossia, La mia fede, Ciò che non va nel mondo e Il profilo della ragionevolezza, il romanzo Il Napoleone di Notting Hill e l’Autobiografia.
Considerato da molti un vero e proprio manuale del Distributismo, Il profilo della ragionevolezza – pubblicato per la prima volta nel 1926 – è la risposta di Chesterton al fallimento del capitalismo e del socialismo, colpevoli della stessa impersonalità e disumanità. Anziché abbandonarsi a facili pessimismi, l’autore elabora con la consueta verve un’alternativa al vicolo cieco del progresso, perché «centinaia di episodi della storia umana dimostrano che le tendenze possono essere invertite, e che una pietra d’inciampo può diventare il punto di svolta». Rifacendosi alla dottrina sociale della Chiesa cattolica, propone quindi una ricetta quanto mai semplice e ragionevole: fare un passo indietro per poter andare avanti. Ma al di là delle soluzioni pratiche indicate in quest’opera – come fermare l’avanzata del monopolio favorendo i piccoli negozi o come spartire la proprietà delle macchine –, quella invocata da Chesterton è soprattutto la nascita di uno spirito nuovo: un poderoso sforzo della volontà umana per riappropriarsi del potere di indirizzare in qualche misura la propria esistenza. Il profilo della ragionevolezza è così in primo luogo un manifesto contro qualsiasi forma di determinismo (storico, economico, sociale) o comunque di rassegnata accettazione di ciò che sembra (ma non è) inevitabile, quanto mai attuale nel moderno scenario della globalizzazione.
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici, Ortodossia, La mia fede e Ciò che non va nel mondo, il romanzo Il Napoleone di Notting Hill e l’Autobiografia.
"Che cosa non va nel mondo?" si domanda Chesterton, aprendo questo libro scritto nel 1910, ma attuale. I problemi sono tanti: si va dalla solitudine dell'uomo e dalla sua alienazione indotta sia dal capitalismo sia dal socialismo (il primo la giustifica considerandola il prezzo da pagare per assicurare la produzione; il secondo pretende di ridefinire ciò che è umano nel tentativo di dare vita all'homo novus) al rifiuto delle leggi divine, sostituite da arroganti e a volte patetiche leggi sociologiche; dal femminismo, criticato perché reclama il diritto di applicare alla donna categorie maschili ottenendo come risultato non la sua emancipazione ma il suo snaturamento, ai sistemi educativi che, escludendo i genitori, tendono sempre più a irreggimentare i bambini trasformandoli in proprietà dello Stato. Ma secondo l'autore, ciò che realmente non va nel mondo è che si tende a cambiare l'uomo per adattarlo alla società piuttosto che adattare la società alle esigenze dell'uomo (errore in cui perseverano sia i conservatori sia i progressisti). Le uniche vie di uscita sono il ritorno alla famiglia tradizionale, il solo ambito in cui sia possibile un'esistenza libera e felice, e l'adozione di un sistema economico (il distributismo, di cui Chesterton fu un grande sostenitore) in cui la proprietà dei mezzi di produzione possa essere ripartita nel modo più ampio possibile fra la popolazione.
Sei storie di delitti, sei detective stories, in cui in realtà non viene commesso nessun delitto. Le apparenze sono sinistre; il mistero agli inizi della vicenda è dei più cupi e inquietanti; l’evidenza dei fatti sta lì a indicare che una mente criminosa è al lavoro o ha già condotto a termine il lavoro. Lo sviluppo della vicenda non fa che confermare i peggiori sospetti del lettore. Lo scioglimento, infine, si incarica di smentire quelle apparenze, quei «fatti» con un umorismo sentenzioso, ammonitorio. Esso ci avverte ogni volta che l’immaginazione umana può essere più bizzarra e ingenua di quanto pensiamo.
Per un tale genere di detective story occorreva un detective molto speciale: Basil Grant, personaggio improbabile e grandioso, invenzione chestertoniana delle più felici, un ex giudice, allontanato dalla scranna per manifesta pazzia. La pazzia è il suo metodo investigativo e preferisce di gran lunga l’intuizione alla deduzione. Scarta «i fatti» come elementi essenzialmente fuorvianti. E' il perfetto campione, insomma, di queste storie stravaganti e beffarde, un impeccabile anti Holmes, che si aggira, svagato e sornione, per una Londra sterminata e fosca, in cui il crimine sembrerebbe di casa, mentre non lo è affatto.
Este libro recoge, por primera vez en lengua española, todos los artículos y ensayos breves sobre cuestiones religiosas que el autor escribió tras su conversión en 1922.
Esta obra se convierte así en una referencia para conocer el pensamiento del Chesterton apologeta de la fe. Unas páginas que ponen de manifiesto su extraordinaria capacidad para discurrir sobre las cuestiones más elevadas con una genialidad y sencillez incomparables.
“La dificultad de explicar «por qué soy católico» radica en el hecho de que existen diez mil razones para ello, aunque todas acaban resumiéndose en una sola: que la religión católica es verdadera”. He aquí la causa por la que el 30 de julio de 1922, G. K. Chesterton deseó ser acogido en el seno de la Iglesia Católica. Sin embargo, la travesía espiritual seguida hasta entonces por este grandísimo escritor no fue breve ni estuvo exenta de obstáculos, lo cual muestra su honestidad a la hora de encarar su conversión.
En la Inglaterra de entonces, donde la Iglesia católica era muy poco popular, Chesterton hubo de responder en numerosas ocasiones por los motivos de su bautismo. No obstante, fiel a su personalidad sencilla y directa, Chesterton no escamoteó la cuestión ni los ataques y siempre defendió públicamente su fe y la racionalidad del Cristianismo. Esas respuestas, dadas en muchas ocasiones en forma de artículos o ensayos breves, se encuentran en este volumen, que sigue la edición americana de la editorial Ignatius, de las obras completas de G.K. Chesterton.
El autor:
Gilbert K. Chesterton nació en Londres el 29 de mayo de 1874. Desde muy pequeño mostró un gran interés por las letras, aprendiéndose poesías de Shakespeare de memoria, aun cuando no sabía cuál era el significado de las palabras. Inquieto, siempre mantuvo una fuerte tensión religiosa. Educado en el anglicanismo, paso momentos muy alejado de la fe, y en 1922, tras un proceso personal que duró varios años, pasó a formar parte de la Iglesia católica.
Cultivó la crítica, el ensayo, la novela, la lírica, el relato breve y la redacción periodística. Sus obras gozaron de gran celebridad desde el primer momento, y fue un notorio polemista conocido tanto en Gran Bretaña como en Estados Unidos. Tras su muerte, el 14 de junio de 1936, el papa Pío XI le otorgó el título de Defensor Fidei
In questa brillante raccolta di saggi, G. K. Chesterton analizza, con la sua ironia colta e pungente, i mali del suo e del nostro tempo: l’individualismo, il materialismo, il relativismo, l’edonismo, il consumismo, oltre a una rassegnata disperazione che sembra invadere l’animo dell’uomo, ormai privo di valori, fede e religione.
Secondo l’autore esiste un solo antidoto per questo smarrimento etico, per le aberrazioni del comunismo, le intemperanze del capitalismo, le distorsioni dell’agnosticismo, l’esasperato modernismo e giovanilismo, la mania dei culti spiritici e le mode fuggevoli e insignificanti: è la Parola di Gesù, unica fonte di vita vera. E la Chiesa cattolica è l’ultimo baluardo rimasto a difesa dell’uomo comune, normale ma non banale, alla ricerca della propria felicità in questo e nell’altro mondo.
Della Chiesa Chesterton riconosce gli errori, anche gravi, ma sottolinea l’importanza e il valore del suo messaggio, che ha attraversato i secoli e che ancora oggi è vivo e presente in mezzo a noi.
I giudizi dello scrittore, così come gli argomenti che affronta, in particolare quelli riguardanti la famiglia, appaiono davvero di una sconcertante attualità; egli si fa portavoce di una fede convinta, alla quale ha aderito con la ragione e con il cuore e che ha una portata e un valore universali.
L'AUTORE
Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fu scrittore e pubblicista dalla penna estremamente feconda. Soprannominato «il principe del paradosso», usava una prosa vivace e ironica per esprimere serissimi commenti sul mondo in cui viveva. Scrisse saggi letterari e polemici, romanzi «seri» (L’uomo che fu Giovedì, L’osteria volante) e gialli (celebre la serie di avventure di Padre Brown). Lindau ha pubblicato i suoi saggi biografici su san Francesco d’Assisi e san Tommaso d’Aquino, le opere La Chiesa cattolica, Eretici e Ortodossia, il romanzo Il Napoleone di Notting Hill e l’Autobiografia.