Philippine oggi ha sette anni. Già prima che nascesse i medici avevano riscontrato una lesione cerebrale molto grave che non le avrebbe permesso di vivere e a loro giudizio la condannava inevitabilmente a essere abortita. Una prospettiva che i suoi genitori hanno rifiutato immediatamente. Contrariamente a tutte le previsioni, Philippine è sopravvissuta, pur restando in una condizione di grave dipendenza, come quella di un neonato tra i tre e i sei mesi. La sua unica forma di comunicazione si limita all’accenno di un sorriso nei momenti di felicità.
In questo piccolo libro la mamma di Philippine racconta ciò che ha provocato in lei la nascita di una figlia affetta da un grave handicap fisico e mentale, e il posto speciale che ha nella sua esistenza e in quella della sua famiglia. Grazie a una scrittura limpida e diretta, Sophie Lutz ci fa entrare nella vita di tutti i giorni: con Philippine, così impegnativa ed emozionante, e con gli altri due figli, che hanno pure bisogno della mamma.
Questa testimonianza semplice ed essenziale scardina molti pseudovalori che hanno messo radici nella nostra società, mette in discussione alcune dubbie «certezze» della scienza, rovescia tanti luoghi comuni sulla vita degli uomini, che ruotano intorno alla ricerca della competizione vittoriosa, del risultato brillante, della performance di successo. Infine, ed è la cosa più importante, mostra come l’accettazione della fragilità di Philippine trasformi a poco a poco la vita dei suoi genitori e li renda più sensibili, più profondi, più umani.
L'AUTORE
SOPHIE CHEVILLARD LUTZ ha 32 anni. È madre di altri due bambini, uno più grande e uno più piccolo di Philippine.