Teologo e studioso dei rapporti tra cultura pop e fede, l'autore racconta in queste pagine la meravigliosa storia del proficuo connubio tra cinema e Bibbia che ha fornito all'industria cinematografica una chiave narrativa universale con cui parlare a milioni di spettatori. «Sia la luce. E la luce fu». Accade nella Creazione e accade nelle sale cinematografiche quando un fascio di luce attraversa il buio per portare sullo schermo una storia: simbolica coincidenza che induce a riflettere sul lungo e proficuo rapporto tra Bibbia e cinema. Non solo il cinema ha preso a piene mani dal testo biblico storie popolari da raccontare, ma è intervenuto direttamente sull'immaginario degli spettatori, mostrando, per la prima volta in migliaia di anni, il Mar Rosso dividersi e Gesù - il personaggio storico più rappresentato - camminare sulle acque. Ma oltre a essere fonte inesauribile di soggetti, la Bibbia ha dato al cinema archetipi, schemi, trame per altre storie, come nel Western, sostanziale riscrittura della conquista della Terra promessa. Fino a che registi come Dreyer, Bergman, Pasolini, Tarkovskij o Tarantino vi hanno tratto ispirazione per parlare di conversione, redenzione, grazia, speranza.
Peter Ciaccio e Andreas Köhn ci guidano in un affascinante viaggio tra mondi e universi stellarmente lontani, tra concezioni e teologie diverse e diversamente sfaccettate, tra dimensioni irriducibilmente parallele che, pur tuttavia, convergono nella speranza in una luce che illumini le tenebre.
A cinquant'anni dall'uscita di "Love me do" - primo 45 giri dello storico quartetto di Liverpool -, i Beatles continuano a essere il simbolo di quel periodo di ribellione verso tutto ciò che era potere costituito, chiese incluse, che furono, e restano, gli anni Sessanta. A partire dalla trasformazione, tramite veri e propri riti collettivi, di quattro ragazzi qualsiasi in idoli, Peter Ciaccio, autore del "Vangelo secondo Harry Potter", propone con la consueta verve una rilettura degli aspetti "religiosi" del fenomeno Beatles. Con la lente dei dieci comandamenti, Ciaccio va in cerca dei punti di consonanza e dissonanza tra la vita e le opere dei Beatles e il nucleo fondante del messaggio cristiano, trovandoli in primis in quell'ideale di nuova umanità fondata sull'amore e in quel "vangelo" laico, illuminista e umanista che volevano migliorare almeno un po' la sad song di un mondo ingiusto e violento.
L'autore propone una lettura che mette in luce i parallelismi tra il mondo della teologia, quello della fantasia e quello reale, evidenziando molte questioni chiave della vita umana e della fede cristiana.